Corriere della Sera

«L’arbitro vuole essere solo Accetti l’aiuto della Var»

Casarin «La tecnologia va migliorata, ma ci si fermi qui Meno presunzion­e, però i robot lasciamoli ad altri campi»

- di Daniele Dallera

Severo con se stesso, Paolo Casarin lo è anche con gli altri. Sostenuto dalla forza delle idee, le sue, mai banali, una vita, 80 anni domani, illuminata dal lavoro, 56 anni di fatica in due gruppi prestigios­i come Eni e Intesa. Resa popolare dall’essere una eccellenza nel mondo del calcio, prima come grande arbitro, poi come dirigente e designator­e nazionale e internazio­nale. Gli ultimi 20 anni come ascoltato opinionist­a sul giornale, il Corriere della Sera, in radio e in tv. Poi, studio, ricerca, che culminerà con un libro che nasce umile « non è un’autobiogra­fia, macché, parlo del gioco del calcio. Ovvio che ci sia anch’io, la mia esperienza: ci devo dare dentro, finirlo, anche per rispetto di Gianni Mura che mi ha seguito e donato la prefazione » . Una vita senza paura, animata dal confronto, Casarin non demolisce, costruisce. Anche in questi mesi, maledetti dal virus. « Stiamo vivendo — osserva Casa rin—una esperienza straordina­ria, negativa, che ha colpito il mondo intero: ho l’impression­e che abbia voluto dire all’uomo “ehi amico datti una calmata: hai esagerato...”. Quasi un invito a riflettere, la parte più creativa di questo doloroso periodo: domandarsi, come mai sia capitato tutto questo? Ora pare prevalga chi è calmo » .

L’arbitro in campo deve essere calmo?

« Le dinamiche psicologic­he dell ’a r bit ro s ono complesse: quando inizia osserva e vive ai bordi del campo. Improvvisa­mente ti dicono “dai vieni qui in mezzo, mettiti alla prova”. A questo punto può succedere di tutto... »

Cosa?

« Rischi di non capirci più niente, hai addosso un carico impression­ante di responsabi­lità, autorità e discrezion­alità che ti porta a un pensiero peri col oso, “a desso f a cc i o quello che voglio”. Questa è la condizione opposta alla calma: l’uomo di potere e autoritari­o si muove a scatti » .

Perché a 18 anni si è messo ad arbitrare?

«Ho trovato anch’io un calciatore amico, Panza nato, giocava allora nella Mestrina che mi ha detto “dai, provaci, vieni anche tu in mezzo al campo”. E mi sono impaurito, sovrastato da quel carico di responsabi­lità. Tutta quest’ autorità, cheti insegnavan­o anche nelle lezioni teoriche, non la capivo. In me è sempre prevalsa, nel rispetto dei ruoli, la convinzion­e che i giocatori fossero amici » .

Comunque le è andata bene, benissimo.

«Coltempo, l’ autoritari­smo, cattiva compagnia, viene smussato. Guai se si arbitra seguendo il“qui comando io”. Non serve a nulla » .

Ai suoi tempi l’arbitro era solo: decideva lui, massimo un’occhiata di intesa al guardaline­e. Ora non c’è troppa gente che decide i nsieme o addirittur­a per lui?

« L’arbitro vuole essere solo, una esigenza umana e culturale. Anche se a volte vivi una disperante solitudine » .

La disperazio­ne con la Var non esiste più: lei è un ideologo dell’aiuto tecnologic­o, conosciamo le sue battaglie, ma la Var spesso la fa arrabbiare.

« Il calcio sente l’esigenza di mutare pelle, fondamenta­le l’entrata in scena della tecnologia. Ma capita che si viva un balletto fastidioso su chi debba decidere: l’arbitro? La Var? Ma lascia perdere amico mio, perché se continui così, sarai sì solo ma deciderann­o gli alt rie difronte a un evidente errore che tutti hanno visto crollerà la tua credibilit­à. Invece la Var deve essere interpreta­ta come l’insegnante di sostegno a scuola: la tecnologia è soprattutt­o un sostegno umano, oltre che tecnico » .

Chi è il nemico della Var?

« La presunzion­e dell’arbitro » .

Da studioso, come, cosa e dove correggere­bbe la Var?

« La Var interviene dopo 15 anni di fallimenti arbitrali. Se l’arbitro la interpreta e la vive senza presunzion­e è un grande aiuto. Ma fermiamoci qui con la tecnologia » .

Come sarebbe a dire, proprio lei?

« La Var va accettata e perfeziona­ta, ma va bene peri prossimi 30 anni. Fuggiamo da certi progetti, da alcune letture da intelligen­ze artificial­i. Ben venga il robot, ma in altri campi, non su quelli del calcio » .

Il mai dimenticat­o Beppe Viola, grande giornalist­a e suo grande amico, come avrebbe preso la Var?

«Male.non ho dubbi, l’avrebbe avversata » .

Lei nel ’ 77 arbitra un derby, l ’ ultimo di Rivera- Mazzola: una svolta epocale, lei un milanese d’adozione. Beppe Viola, le suggerisce di vedere la « Domenica Sportiva » , lei lo dice ad amici e famiglia e lui manda in onda le immagini di un derby giocato anni prima, i l « suo » l o aveva giudicato brutto e noioso.

« Ah quella sera ci rimasi male, non nego che lo insultai, ma Beppe era così, geniale nelle sue interpreta­zioni » .

Il giocatore che in campo aiutava l’arbitro Casarin?

« Ho una bella testimonia­nza di Tarcisio Burgnich che in un Lazio- Napoli molto tormentato, continuava a dirmi: « dai Paolo, lavora tranquillo » .

Il giocatore più fastidioso?

« Roberto Pruzzo iniziava a baruffa reprima del fischio iniziale. Qualche anno fa, da componente di una giuria, sono stato felice di approfondi­re la conoscenza e premiarlo » .

Il podio arbitrale italiano e internazio­nale.

« Lo Bello, Agnolin e Collina. A livello extra- italiano segnalo l’israeliano Klein e l’uzbeko Irmatov » .

Cosa dice a un ragazzino che muove i suoi primi passi da arbitro?

«Lo incoraggio. P erme è stata una esperienza formativa, da arbitro e da designator­e non ho guadagnato un euro, ma la giudico una avventura utile ed educativa. Al ragazzino dico giusto sognare, sia consapevol­e che al mondo profession­istico ci arriva una minoranza. Ma l’arbitro può raggiunger­e una sensazione impagabile: quando fischi il fallo giusto, prendi la decisione corretta, respiri e vivi il profumo della giustizia » .

Pruzzo

Lui era fastidioso prima dell’inizio, poi siamo diventati amici. Burgnich invece aiutava l’arbitro

Collina

È tra i migliori in Italia con Agnolin e Lo Bello. Bravissimi anche l’israeliano Klein e l’uzbeko Irmatov

 ?? ( Lapresse) ?? Derby
27 marzo 1977: per l’ultima volta si affrontano in un derby Sandro Mazzola e Gianni Rivera e per la prima volta viene designato un arbitro « milanese » : Inter- Milan terminerà 0- 0
( Lapresse) Derby 27 marzo 1977: per l’ultima volta si affrontano in un derby Sandro Mazzola e Gianni Rivera e per la prima volta viene designato un arbitro « milanese » : Inter- Milan terminerà 0- 0
 ??  ?? Esperienza Paolo Casarin, è stato fra i migliori arbitri di sempre
( Bozzani)
Esperienza Paolo Casarin, è stato fra i migliori arbitri di sempre ( Bozzani)
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy