UN DILUVIO DI NORME
NORME
Un governo che a ogni piè sospinto promette di semplificare è diventato invece un ufficio complicazioni. Lo dimostra il diluvio di 250 atti, tra decreti, dpcm, circolari e ordinanze. Un groviglio di norme e procedure di cui hanno risentito il pagamento della cassa integrazione e l’erogazione dei prestiti. Ma lo dimostra anche la telenovela di quello che doveva essere il decreto Aprile, poi ribattezzato Rilancio. Anche se il nome giusto sarebbe decreto Ritardo.
P iù giorni passano e più diventa difficile per il premier chiudere questa manovra da 55 miliardi. Giuseppe Conte lo ha capito, ma non riesce a convocare il Consiglio dei ministri. Ogni giorno è costretto a prendere atto che i contrasti nella maggioranza sono tutt’altro che risolti, a cominciare da quello sulla regolarizzazione dei migranti, che attraversa al proprio interno anche il Movimento 5 Stelle e dove i partiti sembrano tenere più a piazzare le loro bandierine che al bene di famiglie e imprese che aspettano risposte urgenti di fronte a una crisi che si aggrava col passare dei giorni.
Non solo. Tenere aperte le bozze del provvedimento favorisce il gioco delle richieste al rialzo. Lo stiamo vedendo in queste ore. I sindacati sostengono che i fondi per gli ammortizzatori sociali sono insufficienti, in particolare per i fondi bilaterali di solidarietà per gli artigiani. I Comuni lamentano il crollo delle entrate della tassa di soggiorno per via dei turisti che non ci sono più e chiedono maggiori trasferimenti allo Stato, «altrimenti si bloccheranno i servizi e i rifiuti resteranno per strada». Gli albergatori, i ristoratori e tutti gli altri imprenditori del
Ostacoli
Più giorni passano e più diventa difficile per il premier chiudere questa manovra da 55 miliardi
turismo invocano aiuti a fondo perduto anche per le imprese con più di 5 milioni di fatturato, altrimenti «è come decretare la morte del settore». Le scuole paritarie gridano allo scandalo perché per loro ci sarebbero solo 65 milioni. La Confitarma afferma che il settore della navigazione «è stato dimenticato».
E tutto questo accade mentre, paradossalmente, tra i vari problemi di copertura che sono emersi ieri c’è stato perfino quello di garantire le risorse per dare un bonus sulla retribuzione del
Urgenza È indispensabile approvare in Consiglio dei ministri evitando la formula «salvo intese»
personale sanitario, cosa che dovrebbe avere assoluta priorità.
Così vanno le cose. Assistiamo a questo stillicidio di riunioni, tecniche e politiche, diurne e notturne, con norme che entrano ed escono, accordi conclusi ai massimi livelli e subito dopo rimessi in discussione, bozze che cambiano di continuo. Bene che vada arriveranno altri 250-300 articoli di legge, cui seguiranno chissà quanti decreti e circolari applicative. E poi, tenetevi forte, arriverà un altro decreto legge che il governo ha già battezzato Semplificazioni (sic!).
Ma torniamo al decreto Rilancio: sarebbe imperativo convocare il Consiglio dei ministri e finalmente approvarlo. Con una preghiera, però: non lo si faccia, come al solito, con la formula «salvo intese». Perché così saremmo punto a capo.