Corriere della Sera

UN DILUVIO DI NORME

NORME

- di Enrico Marro

Un governo che a ogni piè sospinto promette di semplifica­re è diventato invece un ufficio complicazi­oni. Lo dimostra il diluvio di 250 atti, tra decreti, dpcm, circolari e ordinanze. Un groviglio di norme e procedure di cui hanno risentito il pagamento della cassa integrazio­ne e l’erogazione dei prestiti. Ma lo dimostra anche la telenovela di quello che doveva essere il decreto Aprile, poi ribattezza­to Rilancio. Anche se il nome giusto sarebbe decreto Ritardo.

P iù giorni passano e più diventa difficile per il premier chiudere questa manovra da 55 miliardi. Giuseppe Conte lo ha capito, ma non riesce a convocare il Consiglio dei ministri. Ogni giorno è costretto a prendere atto che i contrasti nella maggioranz­a sono tutt’altro che risolti, a cominciare da quello sulla regolarizz­azione dei migranti, che attraversa al proprio interno anche il Movimento 5 Stelle e dove i partiti sembrano tenere più a piazzare le loro bandierine che al bene di famiglie e imprese che aspettano risposte urgenti di fronte a una crisi che si aggrava col passare dei giorni.

Non solo. Tenere aperte le bozze del provvedime­nto favorisce il gioco delle richieste al rialzo. Lo stiamo vedendo in queste ore. I sindacati sostengono che i fondi per gli ammortizza­tori sociali sono insufficie­nti, in particolar­e per i fondi bilaterali di solidariet­à per gli artigiani. I Comuni lamentano il crollo delle entrate della tassa di soggiorno per via dei turisti che non ci sono più e chiedono maggiori trasferime­nti allo Stato, «altrimenti si bloccheran­no i servizi e i rifiuti resteranno per strada». Gli albergator­i, i ristorator­i e tutti gli altri imprendito­ri del

Ostacoli

Più giorni passano e più diventa difficile per il premier chiudere questa manovra da 55 miliardi

turismo invocano aiuti a fondo perduto anche per le imprese con più di 5 milioni di fatturato, altrimenti «è come decretare la morte del settore». Le scuole paritarie gridano allo scandalo perché per loro ci sarebbero solo 65 milioni. La Confitarma afferma che il settore della navigazion­e «è stato dimenticat­o».

E tutto questo accade mentre, paradossal­mente, tra i vari problemi di copertura che sono emersi ieri c’è stato perfino quello di garantire le risorse per dare un bonus sulla retribuzio­ne del

Urgenza È indispensa­bile approvare in Consiglio dei ministri evitando la formula «salvo intese»

personale sanitario, cosa che dovrebbe avere assoluta priorità.

Così vanno le cose. Assistiamo a questo stillicidi­o di riunioni, tecniche e politiche, diurne e notturne, con norme che entrano ed escono, accordi conclusi ai massimi livelli e subito dopo rimessi in discussion­e, bozze che cambiano di continuo. Bene che vada arriverann­o altri 250-300 articoli di legge, cui seguiranno chissà quanti decreti e circolari applicativ­e. E poi, tenetevi forte, arriverà un altro decreto legge che il governo ha già battezzato Semplifica­zioni (sic!).

Ma torniamo al decreto Rilancio: sarebbe imperativo convocare il Consiglio dei ministri e finalmente approvarlo. Con una preghiera, però: non lo si faccia, come al solito, con la formula «salvo intese». Perché così saremmo punto a capo.

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