Le mascherine trasparenti per poter comunicare con chi legge le labbra
Da sinistra, presso l’ente nazionale sordi di Genova, il presidente Simone Lanari, al centro Rosa Sgorbani (con la mascherina per sordi) e a destra Caterina Bagnara, vicepresidente
Di stoffa, ma con la parte centrale in acetato per lasciare visibile la bocca e permettere alle persone sorde di leggere il labiale dell’interlocutore. Sono le mascherine trasparenti per i sordi e per chi ogni giorno viene in contatto con una persona per la quale l’uso di una normale mascherina per il contenimento del contagio da Covid-19 comporta l’impossibilità di interagire con gli altri. Un disagio che Rosa Sgorbani, figlia di una mamma sorda e socia di «Abacadabra» di Genova, la cooperativa che da cinque anni si occupa di bambini con difficoltà e autismo, conosce bene ma che ora ha pensato di «alleviare» facendo realizzare speciali mascherine trasparenti per i sordi della città. Nata come scenografa, Rosa ha lavorato a lungo al teatro Colla di Milano. Ha studiato la lingua dei segni per comunicare con la mamma, conseguendo anche il diploma come assistente alla comunicazione. Per anni, nelle scuole, ha tradotto nella lingua dei segni gli insegnamenti in classe agli studenti sordi, o con difficoltà acustiche. «Poi sono stata contattata dalla dottoressa Susanna Mazzucchelli, specializzata in terapia Aba, la metodologia usata in America per gli studi dello spettro autistico, e con lei e il suo team ho fondato a Genova la Cooperativa. Da quando è necessario l’uso delle mascherine, abbiamo deciso di realizzare, come già sta accadendo in altre regioni, delle mascherine trasparenti da distribuire ai sordi di Genova che comunicano solo grazie alla lettura labiale». Ieri ne sono state consegnate 50 all’ente nazionale sordi di Genova, altre 50 verranno consegnate lunedì. Per realizzarle è stato fondamentale l’aiuto delle Vespertine, scuola comunale di cucito che, saputo dell’iniziativa, le ha prodotto e poi donate gratis. (C. Lom.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA