Il contratto di espansione e Confindustria digitale
Il contratto di espansione — tramite riduzione dell’orario di lavoro e prepensionamenti in cambio di formazione e assunzioni — ha permesso ad alcune aziende (Ericsson, Tim) di allineare le competenze del personale ai nuovi bisogni. I finanziamenti per questo contratto — che servono a garantire contributi figurativi pieni e integrazioni della retribuzione — sono finiti. Confindustria Digitale ne chiede da tempo il rifinanziamento. Torna all’attacco, in particolare, il direttore di Assotelecomunicazioni, Laura Di Raimondo: «Lo strumento sarebbe utile a sfruttare la crisi per investire sulle competenze dei lavoratori. Sarebbe auspicabile che il contratto di espansione non solo sia rifinanziato ma diventi uno strumento strutturale nella cassetta degli attrezzi del lavoro su cui le aziende possano contare in modo stabile». Il rifinanziamento del contratto di espansione sembrava a un passo con il Milleproroghe ma alla fine nulla è stato fatto. Nel frattempo le aziende interessate a questo strumento sono aumentate al di fuori dal perimetro delle telecomunicazioni (energia, utility). E il ministro del Lavoro ha manifestato l’intenzione di favorire lo scambio tra riduzione d’orario e formazione. Anche il contratto di espansione va in questa direzione. Con l’approvazione di aziende e sindacati.