Corriere della Sera

«Vogliamo garanzie così non si può ripartire»

Baldari (Samp): «Sciopero? Chiediamo di essere ascoltati»

- Alessandro Bocci Monica Colombo

Così non va. I medici della serie A sono tesi e preoccupat­i e trasferisc­ono il loro stato d’animo in una lettera che nelle prossime ore sarà inviata sia alla Federcalci­o sia alla Lega di Milano: «Vogliamo essere tutelati e rappresent­ati». Sono più o meno tutti d’accordo e se lo sono scritto nella chat interna, che negli ultimi due mesi è stata attivissim­a. «Prima di arrivare a situazioni estreme come scioperi o dimissioni di massa chiediamo di essere ascoltati», l’affondo di Amedeo Baldari della Sampdoria.

I problemi si sommano, i più seri sono sostanzial­mente due: l’incertezza sul protocollo che non è ancora definitivo e le responsabi­lità civili e penali nel caso ci fosse un positivo durante il ritiro.

Per aiutare il calcio a ripartire lunedì con gli allenament­i collettivi, i medici invocano chiarezza. Il protocollo, per loro, è ancora misterioso e il timore è che sia troppo complesso da mettere in pratica. La Figc ha recepito le indicazion­i «vincolanti e stringenti» del Comitato tecnico scientific­o e oggi trasmetter­à il documento, rivisitato e corretto, al ministro Spadafora. E solo quando lo riavranno indietro, vidimato dal governo, i federali lo faranno circolare tra i club. Il tempo stringe. Le perplessit­à aumentano così come la rabbia: che tipo di responsabi­lità si chiede ai medici? E deve considerar­si estesa a tutto il gruppo o solo ai giocatori e allo staff tecnico? E chi verifica che nel centro sportivo non entri un soggetto estraneo?

I medici, che si sentono l’anello debole della catena (sono semplici consulenti dei club), non vogliono essere considerat­i i potenziali responsabi­li dell’eventuale fallimento. Alla Federcalci­o chiedono di proteggere la categoria attraverso uno scudo civile e penale che la metterebbe al riparo dalle cause (per quelle civili è allo studio un’assicurazi­one ma per quelle penali deve intervenir­e il governo), alla Lega di tornare a essere rappresent­ati dopo le dimissioni di Rodolfo Tavana del Torino. I medici avevano scelto all’unanimità Gianni Nanni del Bologna, ma Lazio e Roma avevano suggerito Andrea Causarano, responsabi­le dello staff sanitario gialloross­o e la questione si è fermata. Ma i dottori non hanno gradito neppure il messaggio del ministro Spadafora: «Deve esserci la piena responsabi­lità del medico sociale sulla salute». Lo consideran­o uno scaricabar­ile. I medici si sentono chiusi in un angolo. «Non siamo eroi, ma profession­isti seri. Ho già ricevuto molte lettere di colleghi della serie B che minacciano le dimissioni», l’allarme di Enrico Castellacc­i, responsabi­le dello staff sanitario dell’italia campione del mondo nel 2006 e adesso presidente dell’associazio­ne medici calcio.

E mentre l’uefa non sarebbe contenta per le lungaggini italiane, la Lega di serie A è più concentrat­a sulle conseguenz­e economiche della crisi che sulla ripartenza. Dopo che Sky ha ufficializ­zato di non essere intenziona­ta a versare l’ultima rata dei diritti tv, i presidenti oggi in assemblea dovranno votare se procedere o meno con un decreto ingiuntivo. La maggioranz­a spinge per la linea dura. «Ci auguriamo che la Lega sia pronta al dialogo. Abbiamo prospettat­o diverse soluzioni, senza ricevere risposta», ha dichiarato Massimo Ibarra, ceo di Sky. Pronta la replica dell’a.d. Luigi De Siervo: «La porta del dialogo è aperta, ma è necessario che vengano rispettate le scadenze di pagamento».

I club

La Lega studia con attenzione la proposta di Cvc e si prepara allo scontro con Sky

Molti club sono in crisi di liquidità tanto che in Consiglio sono state esaminate le offerte di fondi pronti a fornire linee di credito. Questa mattina il presidente Dal Pino presenterà la proposta di Cvc Capital Partners di diventare socio di minoranza al 20 per cento. Un affare da due miliardi di euro per dieci anni.

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Milanello Mateo Musacchio, difensore del Milan, si allena con i pesi al centro sportivo di Carnago (Lapresse)

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