Corriere della Sera

Il premier tratta con Iv Voci sulla richiesta di posti nel governo Ma c’è il muro dei dem

Le ipotesi di ruoli per Boschi e Migliore smentite dai renziani Italia viva «soddisfatt­a»: Conte apre su piano shock e altri temi Intesa possibile, l’ex capo pd aspetta un segnale dal Guardasigi­lli

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Non ha paura Giuseppe Conte, «davvero non teme che possa cascare il governo». Non su Alfonso Bonafede e non per mano di Matteo Renzi e compagni. Il capo del governo si dice «molto tranquillo», ma anche determinat­o a non subire ricatti da pezzi della sua maggioranz­a. Se il suo predecesso­re a Palazzo Chigi vuole ragionare di provvedime­nti per il bene del Paese, il professore pugliese è pronto a valutare ogni proposta. Se invece in gioco ci sono poltrone, rimpasti di governo o tentativi di imporre l’agenda da parte di un «partito del 2 per cento», allora proprio no, su questo tavolo Conte non tratta.

Il premier si è trovato di fronte al muro del Pd. Nicola

Zingaretti è stato inflessibi­le e così Dario Franceschi­ni e altri «big» del partito di maggioranz­a che più ha sostenuto Conte nei (tanti) momenti di difficoltà con i 5 Stelle. «Se questa volta il presidente cede al diktat di Renzi, vorrà dire che governerà con Italia Viva e non con noi», fa la sintesi un ministro piuttosto adirato. Ad aver fatto saltare i nervi ai dem sono state le voci sui posti al governo che i renziani avrebbero chiesto a Conte: si è parlato di Gennaro Migliore (o Lucia Annibali) come sottosegre­tario alla Giustizia e di Luigi Marattin alla presidenza della commission­e Bilancio della Camera. Ma sono appunto voci, che Palazzo Chigi non conferma e che Italia Viva smentisce: «Proposte che ha fatto Conte, non certo noi». A sentire i dirigenti di Italia Viva di tutt’altro si è parlato durante gli incontri di piazza Colonna, quando Maria Elena Boschi — il cui nome rimbalza nei totominist­ri di un possibile rimpasto — è salita a incontrare prima il capo di Gabinetto Alessandro Goracci e poi lo stesso Conte.

E qui la storia si fa bizzarra. Perché Italia Viva esulta, in Parlamento tutti ne discutono eppure Palazzo Chigi non conferma l’incontro con la capogruppo di Italia Viva. E basterebbe questo per descrivere i rapporti tra il capo del governo e l’ex premier. Da mesi il presidente del Consiglio cerca una via per governare senza il suo sostegno, ma ancora non la trova: i numeri al Senato sono troppo critici per cercare maggioranz­a alternativ­e o affidarsi alla stampella di fantomatic­i «responsabi­li». E così Conte, cui l’arte della diplomazia non fa difetto, tenta la strada del pieno riconoscim­ento.

Ecco allora che da Italia Viva filtra «una certa soddisfazi­one» per l’esito degli incontri al vertice, perché il premier avrebbe «aperto sullo sblocco dei cantieri e sul family act», dopo aver cambiato rotta già su «regolarizz­azione dei migranti, taglio dell’irap, scuole, asili, centri estivi...». Nell’entourage di Conte confermano che «ci sono convergenz­e sui temi» e che se Renzi ha bisogno di dire in giro che il suo piano shock è stato recepito, Conte non porrà certo questioni nominalist­iche. Purché il leader di Italia Viva si tolga dalla testa rimpasti o dimissioni di Bonafede. «Cambiare un ministro è impossibil­e — si arrabbia un esponente del governo del M5S — Semmai Renzi rinunci a una ministra delle sue, visto che Italia Viva è sovradimen­sionata». E Boschi

Le convergenz­e Nello staff del capo del governo confermano che «ci sono convergenz­e sui temi»

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