Corriere della Sera

Spostament­i solo tra regioni a pari contagio

I criteri saranno definiti in base al report del 29 con la misura del rischio: basso, moderato o alto A Milano l’indice Rt è risalito da 0,65 a 0,86

- di Fiorenza Sarzanini

Per sapere se e come ci si potrà spostare tra regioni dovremo attendere il 29 maggio. Ipotesi di via libera solo tra territori con pari contagio.

La data cruciale è il 29 maggio 2020. Perché quel giorno, venerdì prossimo, arriverà il report settimanal­e del monitoragg­io che fornirà le indicazion­i per concedere il via libera agli spostament­i tra le regioni. Mentre nella fase attuale c’è liberta di movimento nella propria regione di residenza, dal 3 giugno — come previsto dal decreto in vigore — ci si potrà spostare in tutta Italia. Ma l’apertura potrebbe non essere totale. Sarà infatti il governo a decidere i criteri e i governator­i avranno il potere di imporre limitazion­i. Con un obiettivo ormai evidente: impedire l’ingresso a chi proviene dalle regioni con il maggior numero di contagi.

I 21 punti per il livello

Nei prossimi giorni si metteranno a punto i dettagli del percorso stabilito in base a una regola: non ci sarà alcun limite soltanto tra regioni che sono allo stesso livello di rischio. E sarà questo a condiziona­re la vita dei cittadini nelle prossime settimane, dunque anche nel periodo delle vacanze estive. L’assegnazio­ne del livello avviene elaborando i 21 punti del monitoragg­io messo a punto dal ministero della Salute. Ogni settimana le Regioni hanno l’obbligo di comunicare una serie di parametri e l’incrocio di questi dati fornisce la valutazion­e complessiv­a. In particolar­e devono rendere noto l’rt (il tasso di contagiosi­tà che ha sostituito l’r0), il numero dei tamponi effettuati e una serie di dati relativi alla tenuta del sistema sanitario, con un’attenzione particolar­e alle terapie intensive. Incrociand­o queste informazio­ni si arriva al livello di rischio che può essere «basso», «moderato» o «alto». E questo consente di prendere i provvedime­nti necessari a tenere al sicuro i cittadini, ma nello stesso tempo proseguire nell’avanzament­o della fase 2 così come stabilito nel Dpcm entrato in vigore il 18 maggio.

Anche ieri il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha voluto ribadire che spetta alle Regioni tenere sotto controllo la situazione e comunicare eventuali allarmi «proprio per poter intervenir­e tempestiva­mente». Poi ha nuovamente sottolinea­to che «se dovessero esserci alcune regioni ad alto rischio, lo si

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