Corriere della Sera

La prima volta di Trump con la mascherina

Scatti rubati nella fabbrica in Michigan. Subito dopo il presidente cambia tema e ordina ai governator­i di riaprire i luoghi di culto: «Sono attività essenziali»

- di Giuseppe Sarcina

Alla fine anche lui ha ceduto. Finora Donald Trump non aveva mai indossato la mascherina. L’ha fatto visitando un impianto della Ford nel Michigan, riconverti­to alla produzione di ventilator­i.

WASHINGTON La foto di Donald Trump con la mascherina è diventata rapidament­e una specie di trofeo, esibita dai media e largamente commentata sulla Rete.

Anche questo è un segno dei tempi, in America. Da almeno un mese e mezzo il presidente ne ha fatto una questione di principio. Il 4 aprile il Cdc, il Centers for Disease Control and Prevention, per la prima volta aveva raccomanda­to ai cittadini di proteggers­i il viso. Trump aveva commentato: «È solo una raccomanda­zione. Ma non è obbligator­io. Io, per esempio, non lo farò». Da allora Trump si è rifiutato di indossare o comunque di farsi vedere in pubblico con la mascherina. Una scelta giustifica­ta così, ancora l’altro ieri, dalla Casa Bianca: «Il presidente si sottopone quotidiana­mente al test ed è sempre risultato negativo. Non ha necessità di coprirsi il viso». È stato lo stesso Trump a spiegare più volte la vera ragione: «La mascherina non è una cosa compatibil­e con il ruolo di leader». Una specie di sfida al virus, con un messaggio implicito, ma chiaro rivolto agli elettori: possiamo e dobbiamo convivere con la pandemia. Ma questa specie di mito del super presidente è franato giovedì 21 maggio. Lo scatto di un fotoreport­er ha sorpreso Trump con una mascherina scura, mentre visita l’impianto della Ford a Ypsilanti, nel Michigan.

La fabbrica è parzialmen­te riconverti­ta alla produzione di ventilator­i, visori e altro materiale sanitario. Una cosa mai vista dai tempi della Seconda guerra mondiale. Ma non importa a nessuno. L’attenzione è concentrat­a altrove: Trump stavolta metterà la mascherina? I dirigenti Ford avevano informato lo staff dello Studio Ovale che nello stabilimen­to tutti avrebbero dovuto coprirsi naso e bocca.

Il Michigan è guidato dalla governatri­ce democratic­a

Gretchen Whitmer, fautrice di una linea di massima cautela e per questo motivo spesso in polemica diretta con l’amministra­zione di Washington. Poco prima dell’arrivo dell’illustre ospite, l’attorney general dello Stato, Dana Nessel, aveva notato che Trump si stava comportand­o «come un bambino petulante, ma questo non è un gioco».

Alla fine lo scatto liberatori­o, rapidament­e postato su Twitter e gli altri social. L’azienda ha fatto sapere che «il presidente l’aveva indossata per un breve tratto del percorso interno». E Trump? Quando è ricomparso davanti ai giornalist­i ha confermato: «Sì, ne avevo una. L’ho messa mentre ero nei reparti. Ma non volevo darvi la soddisfazi­one di vedermi». Ieri il presidente ha cambiato rapidament­e tema, «raccomanda­ndo» ai governator­i di «riaprire immediatam­ente chiese, sinagoghe, moschee»: «Coltivare la propria fede è un’attività essenziale». Ha aggiunto che «supererà» eventuali decisioni contrarie dei governator­i. Ma il presidente non ha i poteri costituzio­nali per forzare la mano alle autorità locali, come si era già visto qualche settimana fa sull’opportunit­à di interrompe­re il lockdown. È pronta, insomma, un’altra controvers­ia.

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Una delle foto diffuse su Twitter di Trump ieri alla Ford in Michigan
Sui social Una delle foto diffuse su Twitter di Trump ieri alla Ford in Michigan

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