Corriere della Sera

Mascherine, rimborsi finiti in un secondo

Alle imprese 50 milioni per i dispositiv­i di protezione La lotteria del click day: fuori oltre 200 mila aziende Gli esclusi: come si compilano i dati in così poco tempo?

- Enrico Marro

Sono davvero tanti gli imprendito­ri delusi e arrabbiati per il flop dell’operazione «Impresa sicura», il rimborso al 100% delle spese sostenute per mettere in sicurezza le aziende e i lavoratori: mascherine, guanti, detergenti, rilevatori di temperatur­a, camici, dispositiv­i per la protezione degli occhi, eccetera.

Il decreto legge Cura Italia aveva stanziato 50 milioni, affidandon­e la gestione a Invitalia, agenzia del ministero dell’economia. Con i pochi soldi messi nel fondo c’era poco da fare, tutto è avvenuto col maledetto sistema del click day: il giorno fissato per cominciare a prenotare i contributi al 100% è stato l’11 maggio alle ore 9. In teoria ci sarebbe stato tempo fino al 18 maggio, diceva il bando di Invitalia. Ma l’11 maggio, un secondo dopo le 9, per la precisione 1,046749 secondi dopo, i soldi erano già finiti. Ad accaparrar­seli le 3.150 aziende fortunate che sono riuscite a far passare per prime nell’imbuto della rete le prenotazio­ni dei contributi.

I risultati di questa che assomiglia più a una lotteria che ad altro sono stati ora diffusi, suscitando lo sconcerto e la protesta degli escusi: 2.925 imprese sono riuscite a prenotarsi nel primo secondo, altre 225 una frazione dopo. Poi, fine. Le altre 205.676 aziende sono arrivate «tardi», rimanendo a bocca asciutta.

Alcuni imprendito­ri sostengono che era impossibil­e inserire online in un secondo il codice fiscale, la partita Iva e l’importo richiesto. Come è possibile, si chiedono, che i primi in assoluto siano riusciti a compilare tutto in meno di due millesimi di secondo e a cliccare pure un captcha (il sistema che si accerta che a eseguire l’operazione sia una persona e non un robot) e a premere invio?

Matteo Segala, 32 anni, che lavora nell’albergo di famiglia, La Fiorita, a Limone sul Garda, che è rimasto fuori pur avendo chiuso la pratica in due secondi, racconta: «Avevamo chiesto solo 500 euro, quando ci sono aziende che 1,05 secondi

Il «click day» si è aperto l’11 maggio alle 9 e si è chiuso 1,046749 secondi dopo 3.150 imprese

Nel primo secondo prenotate 2.925 aziende, nei pochi decimi successivi altre 225 hanno prenotato 150 mila euro. Ma per noi quei 500 euro sarebbero stati importanti: abbiamo acquistato mascherine e detergenti in vista della riapertura, il 29 maggio. La mia domanda è arrivata alle 9.00.02.500482, insomma ci ho messo poco più di due secondi ma non è bastato. Mi fa rabbia che contributi pubblici siano gestiti con questo sistema, dove vince chi è più veloce, magari grazie al server o a dove risiede, e non chi ha più bisogno e più merito».

Se non arriverann­o nuovi finanziame­nti per il bonus (si spera in emendament­i parlamenta­ri ai provvedime­nti in esame), gli esclusi potranno rifarsi, ma solo in parte, col credito d’imposta al 60% previsto dal decreto Rilancio, che consentirà loro di compensare il 60% della spesa per i Dpi (Dispositiv­i di protezione individual­e) con il modello F24 col quale pagano tasse e contributi. I 3.150 fortunati, invece, potranno perfeziona­re la domanda, sempre on line, dalle ore 10 del 26 maggio alle 17 del primo giugno. Questa volta, in teoria, senza fretta. Ma si fideranno?

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La protesta di un gruppo di commercian­ti per chiedere la «cassa» in deroga (Italy Photo Press)
A Mantova La protesta di un gruppo di commercian­ti per chiedere la «cassa» in deroga (Italy Photo Press)

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