Corriere della Sera

Il perdono dei figli salva gli assassini di Khashoggi

I 5 condannati potranno evitare la pena di morte. La fidanzata: «Non è giustizia, io non mi fermo»

- Viviana Mazza

I figli del giornalist­a saudita Jamal Khashoggi hanno perdonato i cinque condannati a morte per l’assassinio del padre, che potrebbero dunque sfuggire alla forca a Riad. «Noi, i figli del martire Jamal Khashoggi, perdoniamo coloro che hanno ucciso nostro padre, perché desideriam­o la ricompensa divina», ha scritto su Twitter Salah, il primogenit­o, che vive a Gedda. Da Londra però la fidanzata di Khashoggi Hatice Cengiz replica su Twitter che «nessuno ha il diritto di graziare i suoi assassini».

È un nuovo capitolo della tragica vicenda del giornalist­a del Washington Post assassinat­o il 2 ottobre 2018 nel consolato saudita di Istanbul. Cengiz è la donna che quel pomeriggio lo aspettò per tre ore davanti al consolato, dove si era recato per ottenere i documenti per sposarla. All’interno, venne soffocato e fatto a pezzi. Il cadavere non è mai stato ritrovato. Il giornalist­a si era trasferito negli Stati Uniti, aveva criticato le riforme del principe saudita Mohammed bin Salman. All’inizio, il Regno sostenne che aveva lasciato il consolato, poi ha incolpato i servizi segreti «deviati». Dopo nove udienze, tenute nel più grande riserbo, nel dicembre 2019 un tribunale del Regno ha condannato cinque persone a morte e tre a lunghe pene detentive, decretando che l’omicidio non era premeditat­o e che gli agenti, all’insaputa del principe, volevano riportare in patria il giornalist­a. Nessuna punizione per le figure più importanti sospettate di aver ordinato l’omicidio, quelle vicine a Mohammed bin Salman.

La ricostruzi­one ha sollevato i dubbi dell’intelligen­ce Usa, secondo cui un’operazione simile non poteva avvenire senza che il principe lo sapesse. Agnès Callamard, relatrice speciale per le esecuzioni extragiudi­ziali dell’onu, ha definito quel processo «l’antitesi della giustizia» e raccomanda­to un’inchiesta indipenden­te ai vertici. Il figlio Salah Khashoggi, invece, aveva espresso fiducia nel sistema («Giustizia è fatta») e criticato i «nemici» che usano la morte di suo padre per attaccare i leader del Regno. Il Washington Post ha scritto che, dopo la morte di Khashoggi, i figli sarebbero stati compensati con case e pagamenti mensili.

Ora Salah scrive: «Nella notte del mese sacro del Ramadan ricordiamo le parole di Dio: chi perdona e si riconcilia, verrà ricompensa­to da Allah». La legge islamica prevede che i condannati a morte possano avere salva la vita con l’accordo dei familiari delle vittime. Ma la fidanzata Hatice Cengiz ribatte: «Jamal è un simbolo più grande di noi. Non ci fermeremo finché non otterremo giustizia».

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Il giornalist­a Jamal Khashoggi, assassinat­o nel consolato saudita di Istanbul, e la fidanzata Hatice Cengiz
 ??  ?? Nel 2018 Salah Khashoggi (a sin.) stringe la mano del principe Mohammed dopo l’assassinio del padre Jamal (Afp)
Nel 2018 Salah Khashoggi (a sin.) stringe la mano del principe Mohammed dopo l’assassinio del padre Jamal (Afp)
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