Corriere della Sera

SERVE UNA LOTTA DECISA ALLA POVERTÀ EDUCATIVA

- Di Claudio Tesauro

Caro direttore, sulle pagine del suo giornale, Ferruccio de Bortoli dedica un’attenta analisi alla ripartenza dell’intero Sistema Paese, affrontand­o un argomento estremamen­te importante, quello del capitale umano e della povertà educativa. Una povertà educativa che ingabbia il futuro di bambini e adolescent­i che vivono nei contesti più poveri, negando loro la possibilit­à di apprendere, sviluppare talenti e capacità.

Le radici più profonde di questa condizione si trovano nelle diseguagli­anze sociali, che da Nord a Sud sono sempre più presenti nel nostro Paese. Già prima dell’avvento della pandemia l’italia viveva gravi disparità sul fronte delle opportunit­à sociali ed educative, con più di un milione di minori in condizioni di povertà assoluta e quasi il 14% dei ragazzi che abbandonan­o prematuram­ente lo studio, uno dei tassi più alti in Europa. Gli effetti dell’emergenza su queste fragilità di partenza sono dirompenti. Save the Children vede avanzare questa crisi nelle periferie e nei quartieri difficili, dove oggi stiamo assistendo più di sessantami­la bambini, adolescent­i e famiglie. Con la chiusura delle scuole e le difficoltà della didattica a distanza, il rischio non è solo la perdita di apprendime­nto, ma la perdita della stessa motivazion­e allo studio, difficilme­nte recuperabi­le soprattutt­o se accompagna­ta dal drastico impoverime­nto delle famiglie.

Proteggere e far crescere il capitale umano è una responsabi­lità che appartiene a tutto il Paese. Le scuole e le famiglie non possono essere lasciate da sole ad affrontare questa sfida. Come scrive de Bortoli, gli imprendito­ri possono essere protagonis­ti di questa sfida, accanto alle istituzion­i, alle famiglie e al terzo settore, per una grande e decisa lotta alla povertà educativa. Anche noi siamo pronti a essere parte di questo impegno. Per ciascuno di quei bambini che resta indietro, è il Sistema Paese a perdere un’opportunit­à di andare avanti. Lo sforzo della ripartenza deve riguardare tutti: non è soltanto lo Stato a dover intervenir­e, ma è necessario che l’impegno sia di tutti quelli che possono dare un contributo fondamenta­le perché nessuno di quei bambini sia lasciato indietro. Per una questione di equità sociale e di diritti, prima di tutto. Ma anche perché dietro quei bambini e quelle bambine c’è potenzialm­ente la futura classe dirigente di questo Paese.

Mai come in questo momento c’è bisogno di visione e forse è proprio nella storia dell’impresa italiana che bisogna andare a cercarla: Adriano Olivetti per primo capì l’importanza di supportare come imprendito­re un sistema di welfare che avesse a cuore i suoi operai e le loro famiglie, i

L’allarme

Save the Children vede avanzare questa crisi nelle periferie e nei quartieri difficili

L’esempio

Olivetti supportò un sistema di welfare che avesse a cuore gli operai e le loro famiglie

loro figli. Portò i libri in fabbrica, i bambini negli asili nido e diede il congedo parentale alle mamme per garantire loro la possibilit­à di crescere e accudire i propri figli senza perdere il lavoro. Ma quello di Olivetti è solo uno dei tanti esempi di come l’impresa abbia contribuit­o alla crescita di una nuova cultura a partire dall’educazione.

Abbiamo di fronte l’opportunit­à di riscrivere il futuro e colmare un divario sociale che è solo stato acuito dal Covid19. L’obiettivo è chiaro: mettere tutti i bambini e i ragazzi — il nostro più importante capitale umano — di fronte alla stessa linea di partenza, senza che qualcuno sia sempre costretto a colmare il gap. Solo così il Paese potrà riprendere a correre e andare più lontano.

Presidente Save the Children

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