Prestito di Stato, caso Autostrade: senza garanzia alt agli investimenti
Si apre un nuovo fronte su Autostrade. Il negoziato per accordare la garanzia Sace all’80% del prestito da 1,25 miliardi appena chiesto dalla società concessionaria per far fronte agli investimenti sulla rete si sta rivelando più complicato del previsto. Giovedì sera i vertici della controllata dalla famiglia Benetton — tramite la capogruppo Atlantia — hanno avuto un incontro al Tesoro col capo di gabinetto Luigi Carbone e il direttore generale del dicastero Alessandro Rivera per costruire contrattualmente la garanzia vincolandola ad una serie di condizioni. I colloqui non hanno portato ancora al via libera perché restano pendenti alcune questioni che rendono ancora indecifrabile l’esito della trattativa.
Quella più delicata riguarda il futuro del maggiore gestore autostradale del Paese. Tema che si sovrappone alla garanzia dello Stato che dovrebbe deliberare il ministero delle Finanze con apposito decreto attuativo in modo tale da consentire al pool di banche coordinate da Unicredit di erogare il prestito. La società fa fatica ad accedere al credito sul mercato visto il suo merito appena declassato a «spazzatura» dalle agenzie di rating. Sul tavolo c’è l’articolo 35 del Milleproroghe che ha ridotto l’indennizzo per i soci di Autostrade per estinzione anticipata della concessione (che scade nel 2038). Quell’articolo è stato convertito in Parlamento e, secondo i vertici del gruppo, è un ostacolo sul percorso dei 14,5 miliardi di investimenti sulla rete promessi dal Ceo Roberto Tomasi a segnalare la discontinuità con la gestione precedente che ha portato al collasso del viadotto Morandi e a una serie di report alterati sulla manutenzione finiti sotto la lente della procura di Genova.
Atlantia ha appena erogato una linea di credito da 900 milioni alla sua controllata per finanziare il circolante, cioè le attività ordinarie compreso il pagamento degli stipendi dei suoi dipendenti e i suoi fornitori. Avrebbe bisogno di 1,25 miliardi da parte del sistema bancario che attende lo sblocco della garanzia statale per procedere all’erogazione del finanziamento accollandosi soltanto il rischio per il 20% dell’importo non coperto dall’ombrello statale. Parallelamente sono in corso colloqui anche con Cassa Depositi per una linea da 1,3 miliardi pre-approvata nel 2017 e ora oggetto di negoziato visto lo scenario cambiato che induce i vertici della Cassa ad una serie di riflessioni sull’opportunità di attivare quella linea vista l’esposizione dello stesso importo già in essere col gestore. Fonti vicine a Cdp ritengono d’altronde che ci siano oggettive motivazioni per non dare avallo immediato al finanziamento.
Ieri mattina Atlantia ha tenuto un consiglio di amministrazione straordinario convocato anche per alcune dichiarazioni — giudicate improvvide — del pentastellato viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, che sulla garanzia statale ha sparato a zero su Facebook: «Domandare è lecito, rispondere è cortesia. No, grazie». Affermazioni «contrastanti con lo spirito e il dettato del decreto e basate piuttosto su valutazioni e criteri di natura ampiamente discrezionale e soggettiva verso chi sta dando un importante contributo allo sviluppo infrastrutturale del Paese, mediante un piano di investimenti di 14,5 miliardi», replica Atlantia che si riserva di «dare mandato ai propri legali di valutare tutte le iniziative necessarie». I vertici della holding infrastrutturale — che ha sede in Italia, come le sue controllate — hanno così deciso «di dare indicazione alla propria controllata Aspi di utilizzare il finanziamento di Atlantia di 900 milioni» soltanto «per garantire manutenzioni e investimenti per la sicurezza della rete rinviando di conseguenza la realizzazione di altri investimenti».
Lo stop agli investimenti— necessari ora con un Paese prostrato dalla pandemia che avrebbe bisogno di uno choc infrastrutturale — diventa un elemento negoziale sulla partita della concessione. Sul tavolo ci sono i 2,9 miliardi di proposta da parte di Autostrade tra investimenti promessi, riduzione delle tariffe per il 5% e 700 milioni a supporto del sistema-genova.
Proposta ancora non accolta dal governo perché nella logica di scambio c’è quell’articolo 35 che, se cancellato, permetterebbe una valutazione diversa della quota del 50% di Autostrade che Atlantia metterebbe sul mercato a disposizione di investitori di lungo termine come F2i o la stessa Cassa Depositi. Intanto la holding di famiglia Benetton, Edizione, annuncia un accorciamento della catena societaria per la società delle torri Cellnex diventando primo socio diretto
Atlantia dà indicazione ad Autostrade di utilizzare il finanziamento solo per la sicurezza
La società si riserva di dare mandato ai propri legali di valutare tutte le iniziative necessarie