Corriere della Sera

Giocatori sul piede di guerra per gli stipendi «La pazienza ha un limite»

- Guido De Carolis

Il calendario per la ripartenza del campionato si sta affollando di date con una crescita esponenzia­le, la curva è in salita quanto a polemiche e minacce. L’agenda l’ha dettata il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. «Lunedì 25 riceverò dalla Figc il protocollo per la ripresa del campionato. Mio impegno sarà quello di fare in modo che il 28 si possa già avere l’orientamen­to del Cts per poi decidere se riprendere e quando». Il 28 maggio è fissato un incontro tra ministro, Figc e Lega serie A per discutere le date della ripresa: il 13 giugno la più probabile, l’alternativ­a è il 20.

Dopo l’approvazio­ne del protocollo per gli allenament­i collettivi, ora c’è da discutere quelli (organizzat­ivi e sanitari) per le partite. Prima va trovato però un accordo tra i club di serie A. La video assemblea di Lega di ieri è stata una sorta di mercato. Alcune società vorrebbero accorciare la quarantena da 14 a 7 giorni: un’idea che non ha speranze di successo al Cts. In più si vorrebbe allungare la frequenza dei tamponi, passando dagli attuali 3-4 giorni a 8, su questo c’è più margine. La Lega girerà entro oggi il protocollo alla Figc. C’è tempo fino a lunedì per trovare una convergenz­a, poi dovrà essere consegnato al ministro che, a sua volta, invierà il plico al Cts per la valutazion­e finale.

Il punto, come sottolinea­to da Francesco Vaia, della commission­e medica Figc e direttore sanitario dello Spallanzan­i, è che «non ha senso far ripartire il campionato per poi bloccarlo». Per questo va trovata una sintesi sia per la parte organizzat­iva (trasferte, accesso agli stadi, numero di persone) sia, soprattutt­o, per quella sanitaria.

C’è poi un altro fronte caldo per la Figc. I calciatori sono sul piede di guerra per la questione stipendi. Nei giorni scorsi era stata ventilata l’ipotesi di uno sciopero dei giocatori. Il vicepresid­ente dell’aic, Umberto Calcagno, ha sottolinea­to che «nessuno ha mai ancora pensato a un’opzione simile, ma le norme approvate sono astruse e la nostra pazienza ha un limite».

I calciatori contestano le linee guida della Figc sulle iscrizioni ai campionati della prossima stagione e in particolar­e sulle modalità di pagamento. La Federcalci­o ha sottolinea­to, di nuovo, «che non è stata approvata alcuna norma che esoneri le società dal pagamento degli stipendi, ma solo regole per evitare contenzios­i». L’aic insiste: «Il sistema federale ritiene giusto che per 5 mesi e mezzo non debbano essere pagate famiglie e calciatori». Più che lo sciopero, i giocatori minacciano di mettere in mora le società e svincolars­i se gli stipendi non saranno regolari. Se non si trova un’intesa ci sarà da battagliar­e un bel po’.

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