Corriere della Sera

Autostrade e tariffe, dossier segreto

Aiscat: non c’è nessun ricatto, ma Palazzo Chigi decida Non è possibile trovare i soldi sul mercato Toti e Bonaccini: la vicenda delle concession­i va sbloccata

- Di Marco Galluzzo e Fabio Savelli

Caso Autostrade, i governator­i a Conte: sbloccare le concession­i. Dal dossier, tariffe giù del 5% per i prossimi 18 anni.

MILANO I nodi sono arrivati al pettine dopo mesi in cui il governo ha dovuto occuparsi di fronteggia­re l’emergenza pandemia e il negoziato sulla concession­e di Autostrade — seppur mai sopito — è passato inevitabil­mente in secondo piano. Sullo sfondo aleggia il termine del 30 giugno, data in cui in teoria i soci di Autostrade potrebbero decidere di risolvere contrattua­lmente la Convenzion­e firmata nel 2007 con lo Stato perché nel mentre è intervenut­o l’articolo 35 del Milleproro­ghe che ha cambiato i termini di quell’accordo riducendo a 7 miliardi l’indennizzo per estinzione anticipata. Dice Massimo Schintu, direttore generale di Aiscat, l’associazio­ne di rappresent­anza dei gestori autostrada­li, che «non c’è nessun ricatto ma ora palazzo Chigi deve decidere, deve prendere una linea». Sul destino di Autostrade e sull’eventualit­à di accordarle la garanzia di Stato

— per un prestito da 1,25 miliardi — subordinat­a ad un decreto attuativo del ministero delle Finanze.

Anche i governator­i chiedono che da Roma si acceleri. «Basta chiacchier­e, la Liguria è stufa di aspettare e fare lo slalom tra cantieri. Basta proclami, basta ritardi: il progetto della Gronda è pronto, si firmi e si parta! Si ritirino le concession­i o si facciano fare gli investimen­ti!», scrive su Facebook il presidente della

Liguria Giovanni Toti. «Il governo dia le concession­i autostrada­li «a chi vuole, ma qui in Emilia-romagna ci sono miliardi di opere bloccate che potrebbero partire domattina. La questione va sbloccata», gli fa eco il governator­e dell’emilia Romagna Stefano Bonaccini. «Can che abbaia non morde. Il M5S ha parlato molto ma alla fine non ha fatto niente. Le concession­e come sono impostate oggi sono una truffa. Io penso che vadano revocate e sottoposte a gara», attacca la leader di FDI Giorgia Meloni.

La capogruppo Atlantia, vista la melina al Tesoro sulla garanzia di Sace, ha deciso di stoppare tutti gli investimen­ti programmat­i, esclusi quelli sulla manutenzio­ne ordinaria. Ritiene di doversi finanziare con l’ombrello dello Stato per la difficoltà di accedere al credito sul mercato perché il merito sulla sua capacità di rimborso è stato declassato a «spazzatura» dalle agenzie di rating. Sul tavolo di Palazzo Chigi c’è il dossier sulla concession­e redatto dai tecnici del ministero delle Infrastrut­ture guidato da Paola De Micheli. Nonostante mesi di trattative le parti restano distanti sul regime tariffario da applicare da qui al 2038, scadenza della concession­e. E Palazzo Chigi tiene ancora in mano la carta della revoca.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy