Di Maio mediatore: esecutivo compatto, ma no ai ricatti
«Non è un tema su cui si possono intavolare compromessi» Ma il ministro degli Esteri è attento a non esacerbare gli animi proprio ora che a Bruxelles si gioca la partita del recovery fund La linea del leader per evitare fughe in avanti sia del Movimento s
MILANO Luigi Di Maio frena le fughe in avanti dei Cinque Stelle e le tensioni in seno all’esecutivo. Il mantra è evitare l’incidente, il casus belli almeno finché non ci sarà una posizione chiara. Il governo non può cadere in questo momento delicato per il Paese e l’ex capo politico prova a fare da collante: «La maggioranza è compatta, ma no ai ricatti», ribadisce nel corso di un confronto con i suoi fedelissimi. Per capire la situazione bisogna riavvolgere il nastro di quarantott’ore, quando è esploso il botta e risposta tra la maggioranza e Atlantia. Prima il comunicato della società, poi la presa di posizione dei pentastellati che non vogliono arretrare. Ma il ministro degli Esteri sa che questo non è il momento — proprio mentre in Europa si gioca la partita sul recovery fund — per esacerbare gli animi nell’esecutivo. E nemmeno per stravolgere i delicati equilibri che regolano il Movimento.ecco perché l’ex leader si trova a vestire i panni del diplomatico, del pompiere. Ascolta i segnali di sintonia degli alleati, rassicura anche i dem (con la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli a dir poco seccata dopo l’attacco del suo vice Giancarlo Cancelleri).
Di Maio sa bene che il tema concessioni è molto sentito nel Movimento. E che può cementare malumori. Lo si è visto anche dalla difesa di Alessandro Di Battista a Stefano Buffagni, finito al centro della polemica con Atlantia (non a caso il deputato lombardo sta lavorando in prima linea al dossier cercando una soluzione che possa soddisfare i Cinque Stelle). Per quello l’ex capo politico parlando con i suoi prova a fare quadrato. Cerca di dare una prospettiva, che vada oltre la legislatura corrente. «Il tema autostrade riguarda un tema storico del nostro Paese, ovvero, quello delle concessioni di beni e servizi pubblici. In diversi casi, i nostri beni dello Stato sono stati concessi ad un prezzo e un tempo congruo, in tanti altri sono stati svenduti, a tal punto che quando lo Stato vuole riprenderseli, ha serie difficoltà», argomenta con i suoi.
Ma la posizione è quella di rassicurare che non ci saranno scossoni in grado di mettere alla prova la tenuta dell’alleanza giallorossa: «Il governo è sempre stato compatto sulla procedura che riguarda Autostrade. Tutti riconoscono che le concessioni
Alla Farnesina Luigi Di Maio, 33 anni, ministro degli Esteri ed ex capo politico M5S ai Benetton siano convenienti solo per loro». Poi punge chi punta al braccio di ferro: «Nessuno può pensare di poter ricattare lo Stato, anche perché con gli ultimatum non si va da nessuna parte».
Di Maio sa che la questione è spinosa, complessa sotto molti punti di vista. Rivolto ai fedelissimi sottolinea il tasto a cui non può sottrarsi nessuno degli alleati di governo: il ricordo della tragedia di Genova. «Ci sono 43 vittime la cui memoria va onorata. C’è il dolore delle loro famiglie, che chiede giustizia e verità. E lo Stato deve garantirgliela», spiega.
E poco dopo precisa: «Qui parliamo del crollo di un ponte, quindi della sicurezza dei nostri cittadini. Non è uno scherzo. Non è un tema su cui si possono intavolare compromessi. Il dialogo resta
I segnali
La rassicurazione che non ci saranno incidenti almeno finché il caso non sarà chiarito
aperto, nessuno vuole polemiche sterili in questa fase delicata per il Paese, ma non si minacci lo Stato». Secondo il ministro, «già prima del crollo del Ponte Morandi, quelle concessioni erano inique, dopo il crollo, che ha dei responsabili, sono insostenibili di fronte alla storia».
Un punto sui cui il Movimento è irremovibile. Dialogo sì, ma a condizioni chiare. E una mano tesa nei confronti di De Micheli: «Tante persone al governo, a partire dal ministro delle Infrastrutture stanno lavorando a questo dossier — sottolinea Di Maio —. E non solo a eliminare questa totale iniquità, ma anche a garantire un servizio migliore ai cittadini, dopo che saranno assunte le decisioni». Si parla tra le ipotesi di riduzione delle tariffe (con il M5S che vorrebbe un taglio del 10%), tuttavia l’ex leader evidenzia come sia «un processo lungo che va avanti da quasi due anni, servirà tanta serietà e determinazione.