Sofia e le fragole: a 22 anni assume sei baristi disoccupati per il Covid
È un’imprenditrice agricola: «Tante richieste, ho fatto il massimo»
ROVIGO Comincia a lavorare con la luce del mattino, finisce la sera tardi nelle celle degli imballaggi. Sofia Michieli è un’imprenditrice agricola di 22 anni che abita in campagna, in provincia di Rovigo, vicino al fiume Po. Nella sua azienda che produce fragole ha introdotto una tecnologia d’avanguardia che le ha fatto vincere un premio Smau. Ma di recente ha richiamato l’attenzione (mediatica) per un motivo più sociale. Ha assunto sei baristi rimasti senza occupazione, causa Covid. La perdita del lavoro spinge molti a cercare impiego nella terra. Nelle settimane scorse Confagricoltura aveva lanciato un appello ad assumere. Moltissimi i curriculum ricevuti. E molte le assunzioni. Lo stesso Coldiretti. Sofia racconta: «Non credo di aver fatto niente di che. È il periodo della raccolta. Nel momento di massimo bisogno ho trovato la disponibilità di disoccupati della ristorazione. Ho ricevuto molte richieste, non potevo prenderne di più».
Sofia è nata in una fattoria. I suoi genitori coltivano la terra da sempre, producono cereali. All’istituto agrario ha conosciuto uno studente e lo ha amato immediatamente.
L’amore è nato tra interminabili discussioni sull’agricoltura. «Il faut coltiver le nostre jardin» ha scritto Voltaire nella parte conclusiva del Candide. Lei ha scelto di coltivare fragole. «Mangio, vivo e respiro, per vedere germogliare ciò che ho creato. Vivo la terra come passione, ma sono razionale: i miei genitori pensavano di diversificare la coltivazione. La decisione di coltivare fragole l’ho presa solo dopo un’analisi costi-benefici e di mercato». Ritorna sui baristi assunti. «C’è stato il passaparola tra quelli che lavoravano già con me e i loro amici. Avevo bisogno di stagionali».
Sofia ha la laurea triennale. Voleva diventare veterinaria, poi ha scelto l’agronomia. Coltiva 55 mila piante in serra, ognuna dà 750 grammi di fragole. «L’azienda coincide con la famiglia. I miei genitori, mia sorella, mio cognato. I tre nipotini giocano solo con piccoli trattori. L’80 percento della mia vita è nella terra». Ci pensa un po’ su. Dice: «Facciamo il novanta».