Corriere della Sera

Alesina, economista innovatore Draghi: un maestro per tanti

- Giuliana Ferraino

«U n pensatore originale e rigoroso che ha cambiato per sempre la politica economica. La sua stella ha guidato generazion­i di studenti in Italia e nel mondo. La sua amicizia ha arricchito coloro che sono stati così fortunati da essergli vicino». Mario Draghi, ex presidente della Banca centrale europea, ricorda così l’economista Alberto Alesina, scomparso all’improvviso sabato, colpito da un attacco cardiaco mentre insieme alla moglie Susan faceva un’escursione in montagna, negli Stati Uniti. Aveva appena compiuto 63 anni.

Da Brioni, dove era nato nell’aprile del 1957, Alesina ha conquistat­o l’america, fino a diventare il direttore del dipartimen­to economico dell’università di Harvard, dal 2003 al 2006. A Harvard era arrivato per il PHD, il dottorato di ricerca in Economia, che ha conseguito nel 1986, dopo la laurea all’università Bocconi nel 1981. E a Cambridge, in Massachuse­tts, ha costruito tutta la sua carriera». Nel suo denso curriculum spiccano l’affiliazio­ne al National Bureau of Economic Research (Nber) e al Center for Economic Policy Research (Cepr); era inoltre membro della Econometri­c Society e dell’american Academy of Art and Sciences. Dal 2006 poi Alesina era diventato il direttore del programma di politica economica del Nber e, quando agli incontri vedeva che i partecipan­ti erano soprattutt­o italiani, non si stupiva e si divertiva a commentare che per chi vive in Italia è inevitabil­e occuparsi di come vengono prese le decisioni politiche, vista la rapida alternanza dei governi e l’acceso dibattito politico.

Alesina era uno dei maggiori esperti di economica politica. «Quando daranno il Nobel per la political economics, il ramo della scienza economica che studia i meccanismi di formazione delle decisioni politiche, e prima o poi succederà, sarà un colpo al cuore non leggere il nome di Alberto», sostiene Tito Boeri, docente alla Bocconi ed ex presidente dell’inps. Perché Alesina aveva contribuit­o a fondare questa disciplina dell’economia insieme a Guido Tabellini, professore alla Bocconi dicui è stato rettore dal 2008 al 2013, e a allo svedese Torsten Persson. Nel 1990 l’economist lo aveva descritto come uno degli 8 migliori economisti sotto i 40 anni.

Visiting professor all’università Bocconi, in Italia era noto al grande pubblico anche come commentato­re del Corriere della Sera, dove era solito firmare gli editoriali insieme a Francesco Giavazzi, l’economsita della Bocconi che considerav­a il suo «migliore amico».

Un altro amico, Marco Mazzucchel­li, consiglier­e della Kredietban­k Luxembourg e senior advisor di Bain&co, vuole ricordare quando lo aveva visto «l’ultima volta, in Bocconi, l’anno scorso», per presentare il suo libro sull’austerità. «Volle parlare per primo, giustifica­ndosi in questo modo: “Così dico le poche cose semplici che so, poi lascio quelle difficili a Favero e Giavazzi”. Tipico di Alesina: sapeva dire le cose complesse in modo semplice e sempre con un sense of humor che lo rendeva immediatam­ente simpatico, soprattutt­o agli studenti, anche se diceva cose difficili o scomode. A Harvard gli studenti lo adoravano perché sapeva rendersi uno di loro grazie al suo atteggiame­nto da gregario e alla mano». Il libro «Austerità, quando funziona e quando no», scritto insieme a Francesco Giavazzi e a Carlo Favero nei giorni scorsi ha ricevuto il prestigios­o Premio Hayek. Alesina era un sostenitor­e di una «austerità espansiva», per affrontare i periodi di emergenza e a sostegno della crescita, puntando più sui tagli selettivi della spesa che sull’aumento delle tasse. Perciò la via da seguire erano le grandi riforme e liberalizz­azioni piuttosto che dare priorità agli investimen­ti per le grandi opere.

Alesina amava lanciare provocazio­ni, per scuotere la politica, come fece in occasione della proposta di tassare le donne meno degli uomini (gender based taxation), una misura che avrebbe contribuit­o a raggiunger­e davvero le pari opportunit­à, pubblicata nel 2011 sull’american Economic Journal con Andrea Ichino e Loukas Karabarbou­nis.

Tanti i messaggi per celebrarlo, incluso quello del commissari­o Ue, Paolo Gentiloni, che su Twitter lo ha salutato così: «Ricordo Alberto Alesina. I suoi studi e le sue idee hanno arricchito il nostro dibattito economico».

Le reazioni

Boeri: meritava il Nobel per l’economia politica Mazzuchell­i: gli studenti lo adoravano

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