Corriere della Sera

BUROCRAZIA E RITARDI I «NEMICI» DELLA RIPARTENZA

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Caro direttore, il coronaviru­s, come le guerre, imporrà una forte accelerazi­one al cambiament­o economico e sociale. La vera preoccupaz­ione non sono però i cambiament­i in sé, ma una classe dirigente in grado di governarli. Non soltanto i politici, ma tutta l’alta burocrazia dello Stato. L’epidemia ha evidenziat­o gravi lacune organizzat­ive a tutti i livelli, a cui hanno posto un certo rimedio solo l’intraprend­enza e il coraggio dei singoli. Sarebbe facile individuar­e le situazioni imbarazzan­ti e i responsabi­li del recente passato, ma gli italiani devono preoccupar­si del prossimo futuro.

Luigi Fabri

Caro signor Fabri,

Come l’emergenza sanitaria anche quella economica e sociale avrà una fase uno e una fase due. Nella prima abbiamo seguito con scrupolo, quasi tutti, le indicazion­i del governo, abbiamo sofferto e stretto i denti di fronte alle chiusure delle attività economiche e alle perdite di posti di lavoro nella speranza che tutto questo durasse poco. Il governo (con fatica, confusione e una dose enorme di burocrazia) ha elargito sussidi e sostegni che dovevano servire a fronteggia­re l’emergenza. Già in questa fase uno abbiamo capito quanto fosse insufficie­nte la quantità di risorse a disposizio­ne e quanto fosse inadeguata la classe politica e amministra­tiva. Due esempi per tutti: i 50 milioni per aiutare le aziende a comprare mascherine, guanti e gel finiti in un secondo e assegnati con un «click day» trasformat­o in una lotteria; gli ostacoli e la lentezza nel distribuir­e soldi alle imprese e nel pagare la cassa integrazio­ne a chi restava senza lavoro.

Nella fase due economica e sociale il compito sarà ancora

Le lettere a Luciano Fontana vanno inviate a questo indirizzo di posta elettronic­a: scrivialdi­rettore@corriere.it più arduo. Perché se non fossimo un Paese con una crescita così bassa e un debito così alto avremmo affrontato decisament­e meglio (vedi la Germania) questa gravissima crisi. Tutti i nodi dell’arretratez­za italiana arriverann­o al pettine: serviranno riforme radicali per la ricerca e l’istruzione, spinta all’ammodernam­ento tecnologic­o e alla competitiv­ità globale delle aziende, misure per rendere più ampio il mercato del lavoro (soprattutt­o quello femminile), provvedime­nti drastici per una tassazione più bassa e più efficace. E infine, ma non ultima per importanza, sarà necessaria una guerra senza quartiere alla burocrazia e a tutti quelli che lavorano per rendere più complicato ogni aspetto della nostra vita. Avranno i politici e i burocrati, alti e meno alti, la forza di fare tutto questo? Non ci credo molto ma dobbiamo fare tutto, come cittadini e sistema dell’informazio­ne, perché qualcosa di positivo finalmente accada.

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