Statistici e ingegneri «sanitari»: i profili dell’emergenza
Le competenze sempre più ambite, ora e in futuro. La classifica del World Economic Forum
Dagli statistici ai data analyst passando per gli esperti di sanità 4.0. Nel giro di poche settimane l’emergenza coronavirus ha acceso i riflettori su professioni che fino a ieri rimanevano nell’ombra e in parallelo ha consolidato il successo di quei profili che uniscono conoscenza dei dati e tecnologia. Tra i ruoli “riscoperti” durante l’epidemia c’è certamente quello dello statistico. Se prima dell’emergenza la professione era poco dibattuta dal grande pubblico oggi, tra bollettini sui pazienti Covid, picchi, plateau e mappature dei contagi, la disciplina
Il profilo Klaus Schwab, fondatore del World economic forum, per cui il data scientist è una delle professioni più promettenti
ha attirato l’attenzione di tutta Italia. Tanto che da marzo sono nati centinaia di gruppi su Facebook e Twitter fondati da statistici per approfondire e commentare i dati della pandemia giorno per giorno. Una risposta che — come ricordato anche dalla Società italiana di statistica — ha portato i ricercatori di varie università a unirsi nel progetto «Coordinamento iniziative nazionali».
Che il lavoro degli statistici sia fondamentale, va detto, il mercato del lavoro lo riconosce da anni. Secondo i dati di Almalaurea dopo cinque anni dalla laurea magistrale «il tasso di occupazione è pari al 95,9%, le retribuzioni superano i 1.700 euro netti al mese e i contratti sono in prevalenza indeterminati». Le ragioni del successo del mestiere si spiegano anche in base alla grande versatilità delle competenze di questi «professionisti dei numeri». Se in prevalenza lavorano in azienda nei rami del credito e assicurazione, dell’informatica e dell’istruzione e ricerca, il loro ruolo potrebbe crescere nei prossimi mesi nell’ambito sanitario dove sono sempre più apprezzati gli analisti e progettisti di basi dati. A maggior ragione in un momento storico in cui ogni ospedale deve gestire i dati dei contagi in attesa del vaccino contro Covid-19.
Accanto agli statistici tra le figure più richieste dalle aziende, tanto che anche il World Economic Forum l’ha inserita tra le 21 professioni per le quali la domanda continuerà ad aumentare fino al 2022, c’è il Data Scientist, un esperto dei big data con laurea in prevalenza in ingegneria informatica, capace di trarre dai numeri indicazioni utili per l’attività dell’organizzazione per cui lavora. Un ruolo che risulta fondamentale se guardiamo alle necessità del settore sanitario colpito dall’emergenza. Basta pensare per esempio alle cartelle cliniche dei pazienti 0 al tracciamento delle persone in quarantena. In questo contesto, semmai, la difficoltà dei prossimi mesi sarà reperire ingegneri specializzati nell’ambito sanitario per cui sono richieste competenze specifiche in ambito privacy. Una volta trovati la sfida sarà anche aiutarli a reperire dati utilizzabili. Ancora oggi, in piena emergenza, nelle organizzazioni sanitarie le informazioni sono frammentate: si usano applicazioni e basi dati diverse, spesso proprietarie e quindi non accessibili. Nemmeno ai maghi dei numeri.