Corriere della Sera

Obbligo di svolta

Seconda possibilit­à L’eventuale ritorno della serie A diventa la grande occasione di chi finora non ha convinto fino in fondo Due mesi per cambiare il proprio destino Pioli guida i tecnici impegnati a ottenere la riconferma, seguono i giocatori che fin q

- Carlos Passerini

Ultima occasione, ultima chiamata, ultima speranza. Ora o mai più. Tutto in due mesi, anzi meno. Cinquanta giorni di fuoco per ripartire, per guadagnars­i il futuro, per gettare la mascherina no ma la maschera sì. Per riscattars­i. O per andare a fondo del tutto. Vincere o perdere: non c’è pareggio, per loro. Che siano attaccanti, allenatori o anche squadre, lo scenario è chiaro: la ripresa del campionato è un delicato crocevia. E dal sentiero che imbocchera­nno, dipenderà il loro futuro.

Perfino la Juve, che guarda tutti dall’alto, ha i suoi uomini al bivio. Non Maurizio Sarri, che con la fondamenta­le vittoria sull’inter prima del lockdown ha cristalliz­zato il primato per tre mesi, scacciando molti fantasmi. Certo, resta nell’aria una domanda senza risposta: e se la serrata fosse arrivata dopo la nottatacci­a di Lione in Champions? Non è andata così: il calcio, si sa, è anche casualità. Il tecnico vive quindi una ripresa senza ansie immediate. A differenza ad esempio di Rabiot e Douglas Costa, le due grandi delusioni di stagione. Soprattutt­o l’enigmatico francese: reclutato per dare la svolta al centrocamp­o, non ha mai dimostrato di meritare lo stipendio choc da 7,5 milioni netti a stagione. Per ora ha confermato solo quanto di lui dicono da sempre in Francia: più che un grande talento, un grande ego. L’everton di Ancelotti gli sta sotto. Ma tutto dipenderà dal finale. Ha due mesi per tenersi la Juve. E come lui, Bernardesc­hi e Pjanic.

Anche all’inter c’è qualcosa che non va. E non è solo la classifica, imbruttita­si parecchio dopo il grande entusiasmo dell’illusione scudetto. Il terzo posto non può soddisfare. È mancato qualcosa. E quel qualcosa, o meglio qualcuno, è Eriksen. A gennaio è stato il colpo a effetto di Zhang, l’uomo che secondo Conte poteva portare la svolta. Non è successo, forse non ne ha avuto nemmeno il tempo. Ora sta a lui: davanti a sé ha 13 partite per dimostrare quel che vale.

Dalla parte di là di Milano, quanto a ultime chiamate, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tolto Ibrahimovi­c, che da gennaio ha riacceso l’entusiasmo e che deciderà da solo cosa fare l’anno venturo, tolti Donnarumma e Romagnoli, all’altezza anche in una stagione disgraziat­a come questa, è un po’ tutto il Milan a trovarsi di fronte al bivio. Lo slogan «ora o mai più» vale per gente come Paquetà e Calhanoglu. Ai quali, di questo passo, sarà complicato levarsi di dosso l’etichetta di talenti a metà. E uno sprint serve anche a Pioli. L’ombra di Rangnick s’allunga, ma se Stefano ha una possibilit­à di tenersi stretta l’occasione della

Panchine

Zenga, Di Biagio e Iachini hanno 12 giornate per tenersi le rispettive panchine

vita è solo traghettan­do il Diavolo in Europa. E lo sa.

Disfatte come quella in casa col Genoa, prima dell’esplosione della pandemia, non saranno però più consentite. Pioli ha fatto molto e bene, ha rimesso in piedi con psicologia e buonsenso un gruppo andato il tilt con Giampaolo, ma serve il lieto fine. E per il lieto fine, serve uno scatto decisivo. Qui e adesso.

Oggi come oggi, il sesto e il settimo posto che valgono l’europa League sono di Roma e Napoli. Ai gialloross­i quest’anno sono mancati i gol di Under e Kluivert, oltre alla fantasia di Pastore. Ma se il destino dell’argentino sembra ormai indirizzat­o verso il tramonto agonistico, il turco e l’olandese si giocano moltissimo. Fonseca pretende da loro il definitivo salto di qualità: più incisività, più continuità.

Al Napoli è mancata invece la sicurezza di Koulibaly. L’uomo del gol alla Juve allo Stadium, l’eroe di una città che

Scommessa

Gattuso ha rimesso il Napoli in linea di volo, ora vuole vincere la scommessa Koulibaly

grazie a lui due anni fa aveva sognato di festeggiar­e come ai tempi di Maradona, è finito negli ultimi mesi in un tunnel buio. Errori assurdi, incomprens­ibili per un fenomenale difensore per il quale l’estate scorsa le grandi d’europa erano pronte a investire 110 milioni. Gattuso ci sta lavorando, soprattutt­o sotto l’aspetto mentale, per cercare di restituirg­li autostima e personalit­à. Il Napoli, grazie a Rino, è già ripartito: 5 vittorie nelle ultime 6 partite prima dello stop causa Covid. Ora però per lo sprint serve una mano anche dal gigante di Dakar.

E poi ci sono Di Biagio, Zenga, Iachini. I subentrati in cerca di conferma, a caccia di futuro. Infine, il solito immancabil­e Balotelli. Che non si smentisce mai e al quale si fa sempre più fatica a credere. Lui, al bivio, c’è da una vita.

 ??  ?? Ripartenza 1 Adrien Rabiot, 25 anni, centrocamp­ista della Juve
2 Douglas Costa, 29, attaccante esterno della Juve
3 Justin Kluivert, 21, attaccante della Roma
4 Lucas Paquetà, 22, trequartis­ta del Milan
5 Stefano Pioli, 54, allenatore Milan: è subentrato a Giampaolo
6 Kalidou Koulibaly, 28, difensore del Napoli
7 Walter Zenga, 60, allenatore del Cagliari: non ha ancora debuttato
8 Gigi Di Biagio, 48, tecnico della Spal
9 Mario Balotelli, 29, centravant­i del Brescia
10 Christian Eriksen, 28 , trequartis­ta dell’inter
(Afp, Getty Images, Lapresse, Ansa)
Ripartenza 1 Adrien Rabiot, 25 anni, centrocamp­ista della Juve 2 Douglas Costa, 29, attaccante esterno della Juve 3 Justin Kluivert, 21, attaccante della Roma 4 Lucas Paquetà, 22, trequartis­ta del Milan 5 Stefano Pioli, 54, allenatore Milan: è subentrato a Giampaolo 6 Kalidou Koulibaly, 28, difensore del Napoli 7 Walter Zenga, 60, allenatore del Cagliari: non ha ancora debuttato 8 Gigi Di Biagio, 48, tecnico della Spal 9 Mario Balotelli, 29, centravant­i del Brescia 10 Christian Eriksen, 28 , trequartis­ta dell’inter (Afp, Getty Images, Lapresse, Ansa)
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