Corriere della Sera

Arnault entra in Lagardère Il salvataggi­o con Vivendi

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

PARIGI Dopo Vincent Bolloré, patron di Vivendi, anche Bernard Arnault fondatore di LVMH (leader mondiale del lusso) interviene a sostegno di Arnaud Lagardère nella lotta per il controllo del gruppo, fondato dal padre Jean-luc scomparso nel 2003.

Da quando Arnaud è alla guida, la società ha ridotto molto le sue dimensioni, anche se dà pur sempre lavoro a 28 mila dipendenti nel mondo e ha un giro d’affari di 7,2 miliardi di euro, grazie alla casa editrice Hachette, ai duty free e alle edicole Relay in 200 aeroporti, e ai media tra i quali una testata storica come Paris Match.

Un gruppo che fa gola, e un ceo contestato in particolar­e dal finanziere franco-armeno Joseph Oughourlia­n, primo azionista e capo del fondo Amber. Lo scorso 19 maggio in occasione dell’assemblea generale Amber ha sferrato un attacco a Arnaud Lagardère, che ha però potuto mantenere il suo posto alla guida

Editoria

Il gruppo controlla la casa editrice Hachette, la radio Europe 1 e la testata Paris Match

del gruppo grazie all’intervento di Bolloré e del fondo sovrano del Qatar, consigliat­o dall'ex presidente Sarkozy.

Adesso nella partita entra anche Bernard Arnault, che su richiesta di Arnaud Lagardère acquista circa un quarto del capitale di LCM, la holding di quest’ultimo. «Questo avviciname­nto permetterà di rafforzare la struttura e le capacità finanziari­e di LCM», si legge nel comunicato comune.

L’operazione da 100 milioni di euro è stata motivata, secondo Bernard Arnault, anche da ragioni personali. «La mia amicizia con Jean-luc Lagardère ha legato le nostre famiglie e ho il più grande rispetto per il gruppo che ha costruito. Sono felice di essere, al fianco di Arnaud Lagardère, un azionista di lungo termine della società che porta il suo nome».

Arnaud Lagardère è rimasto finora ceo nonostante le sue poche azioni (il 7%) e la sfiducia del principale azionista Amber (18%) grazie alla struttura in accomandit­a della società. La stessa accomandit­a però prevede che il capo risponda personalme­nte dei debiti del gruppo, stimati in circa 200 milioni di euro. L’ingresso di Arnault offre a Lagardère ossigeno prezioso.

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