Il pericolo infortuni spaventa quasi quanto il virus
I numeri in Germania dicono che il rischio è aumentato del 266%. Senza dimenticare il problema del caldo
dio del dottor Joel Mason, ricercatore australiano dell’istituto di scienze dello sport dell’università di Jena, non sono confortanti: nella prima giornata il rischio di infortuni (sono 12 quelli che si sono verificati prima e durante i match) è aumentato del 266%, dallo 0,27 allo 0,88 a partita. Dopo la seconda giornata, tra vecchi e nuovi acciacchi ci sono 65 giocatori fermi ai box, in media più di tre a squadra.
Rampinini
Il problema è il lungo periodo senza allenarsi, una preparazione breve e tanti impegni ravvicinati
questo nonostante i tedeschi abbiano saggiamente scelto di far trascorrere una settimana tra la prima e la seconda partita — sottolinea Ermanno Rampinini, responsabile del laboratorio di valutazione funzionale del centro Mapei, che ha collaborato negli anni con Sassuolo e Juventus, Marsiglia e Monaco —. Siamo di fronte a una combinazione di fattori nuovi per tutti: un lungo periodo de-allenante, con una fase costrittiva senza precedenti, una preparazione breve e uno sforzo intenso e prolungato, con partite ogni tre giorni. Senza dimenticare il caldo».
L’ultimo lockdown innaturale (4 mesi nel 2011 per motivi contrattuali) portò in dote alla Nfl 10 lesioni al tendine d’achille nei primi 12 giorni di allenamento. Mentre l’ultima volta che il calcio italiano è andato incontro alla calura asfissiante è finita male, con l’eliminazione al primo turno del Mondiale brasiliano. Al termine della prima sfida all’inghilterra. in Amazzonia, Claudio Marchisio aveva parlato di una «sensazione quasi di allucinazioni»: «E non è un modo di dire — spiega Pietro Trabucchi, docente dell’università di Verona, già psicologo delle Nazionali di sci di fondo e di Ultramarathon e autore di diversi manuali sulla
Trabucchi
Il calore rischia di portare quasi ad avere allucinazioni in campo: bisognerà refrigerarsi
resilienza —. Se non si ascoltano i segnali che dà il corpo e si ha uno stress cronico, può accadere che il cervello in carenza metabolica non riesca a governare la percezione visiva. Il caldo aumenta anche il rischio di infortuni, perché agisce sul sistema nervoso centrale. Refrigerare i vasi principali, come quelli del collo, è la prima cosa da fare».
Nella maratona estiva vedremo fasi di riscaldamento brevi, magari con gilet imbottiti di ghiaccio come quelli utilizzati dai ciclisti, frequenti pause per bere. L’uso di bevande fredde e anche di caffè va controllato. Le 5 sostituzioni introdotte dalla Fifa sono invece una risorsa da sfruttare e in Germania è accaduto quasi per il 90% delle volte: «Se si giocano 60’ invece che 90’ — spiega Rampinini, autore del volume «La fatica nel calcio» — il dispendio non è inferiore di un terzo, ma quasi della metà. E poter cambiare 5 giocatori è fondamentale. Si giocherà tutto su equilibri sottili tra il rischio di rompere i giocatori adesso per carichi eccessivi e quello di portarli poco allenati al momento delle partite. La differenza la faranno le motivazioni: chi ne ha di più, farà meno fatica».
Soprattutto in un terreno sconosciuto: «È così — concorda Trabucchi — le competenze psicologiche possono risultare decisive: si ricomincia da capo e gli outsider possono sfruttare il cambiamento». Senza paura di farsi male.