Corriere della Sera

«Su questo fai lo scambio» Le richieste a Palamara

Il renziano Cosimo Ferri, al centro dei colloqui, porterà il caso delle intercetta­zioni in Parlamento

- di Giovanni Bianconi

La rete dei contatti, le richeste dei colleghi «amici» da piazzare nelle varie Procure. Ecco le chat di Palamara che scottano.

ROMA Il «caso Palamara» approderà in Parlamento. Ce lo porterà l’onorevole renziano Cosimo Ferri, che s’era rivolto alla Corte costituzio­nale ritenendo violate le sue prerogativ­e di deputato quando ha scoperto di essere stato intercetta­to negli incontri e nei dialoghi via chat con il magistrato indagato per corruzione. Ferri è un giudice in aspettativ­a, e la Procura generale della Cassazione ha avviato anche nei suoi confronti l’azione disciplina­re a causa delle trame imbastite un anno fa per pilotare dall’esterno del Consiglio superiore della magistratu­ra la nomina del procurator­e della Capitale, e altri presunti illeciti.

Conflitto tra poteri

Lui ha sollevato davanti alla Consulta un conflitto di attribuzio­ne tra poteri, sostenendo che le intercetta­zioni seppure indirette nei suoi confronti sono illegali e quindi inutilizza­bili, ma i giudici costituzio­nali l’hanno dichiarato inammissib­ile: non spetta al singolo deputato rivolgersi alla Corte, bensì al presidente della Camera su mandato dell’assemblea. Dunque Ferri porrà la questione prima alla Giunta per le autorizzaz­ioni e poi all’aula di Montecitor­io, per bloccare l’utilizzo di quelle intercetta­zioni nel suo procedimen­to disciplina­re.

I dialoghi registrati dalla microspia inserita nel telefono di Palamara, assieme alle chat conservate nell’apparecchi­o sequestrat­o dai pubblici ministeri di Perugia, sono l’architrave del procedimen­to per corruzione a carico dell’ex componente del Csm e delle azioni disciplina­ri connesse (sulle quali il procurator­e generale Giovanni Salvi si appresta a prendere le prime decisioni, dopo aver messo al lavoro una squadra di sostituti per esaminare tutti gli atti arrivati da Perugia da pochi giorni).

Le relazioni dell’ex pm

Poi ci sono le relazioni e i contatti extra-giudiziari dell’ex pm, che spaziano da politici a personaggi dello sport, da esponenti degli apparati statali a personaggi dello spettacolo. Ma le conversazi­oni con i colleghi sono un’antologia di manovre e pratiche spartitori­e, soprattutt­o al capitolo nomine ai vertici degli uffici giudiziari, che va persino oltre le logiche correntizi­e. Come dimostra proprio il tentativo del duo Ferri-palamara di scegliere il procurator­e di Roma.

Il deputato era talmente interessat­o alla questione che il 29 aprile 2019 scrive a Palamara (uscito dal Csm da oltre sei mesi) di aver chiamato una segreteria per sincerarsi quali documenti mancassero su uno dei candidati in lizza, per far andare avanti la pratica. E spiega: «Deve farlo il consiglio direttivo della Cassazione, da noi non passa proprio», e non si capisce a che cosa si riferisca quel «noi», visto che Ferri è un deputato.

Per due volte Palamara entra in agitazione per emendament­i che propongono di

Il no della Consulta

La Consulta ha dichiarato inammissib­ile il conflitto tra poteri sollevato dal deputato di Iv

spostare l’età del pensioname­nto dei magistrati a 72 anni, che avrebbero fatto slittare gli avvicendam­enti che gli interessav­ano: «Se fosse vero saltano Procure Roma e Perugia ... ne sai qualcosa??», scrive allarmato a Ferri. E ancora: «Ma è concreta? Speriamo di no. Sarebbe una sciagura».

«Ferri mi ha chiesto...»

Dei movimenti del deputato sulle nomine c’è traccia pure in un messaggio del procurator­e di Firenze Giuseppe Creazzo a Palamara, nel maggio 2018, quando ancora era al Csm: «Oggi ho incontrato Cosimo Ferri che mi ha espressame­nte chiesto chi preferisco per il terzo aggiunto fra i due di Magistratu­ra indipenden­te», vale a dire la corrente di cui Ferri è stato ed è rimasto leader. Creazzo dà una valutazion­e su attitudini e provenienz­a di uffici e conclude: «Questo è il mio pensiero, per quel che vale, nell’ovvio rispetto di ogni decisione che verrete a prendere».

Di altro tenore, invece, sembrano le indicazion­i che il magistrato emiliano Gianluigi Morlini inviava al consiglier­e Palamara (della sua stessa corrente, Unità per la costitu

zione) sugli incarichi da distribuir­e nella sua regione: il 25 novembre 2017 gli manda un elenco di sette posti (dal presidente del tribunale di Piacenza ai procurator­i di Forlì e Ferrara, passando per altri incarichi), affiancati ai nomi da piazzare e il grado di rilevanza di ogni specifica nomina: «assolutame­nte», «molto importante», «dobbiamo parlarne, è importante che sia nostra», lasciandog­li libera scelta su alcuni: «Fai tu».

«Fai lo scambio»

Il 17 dicembre è Palamara che chiede a Morlini: «Presidente sezione lavoro Bologna, che dici?». Risposta: «Caro Luca,

come ti dicevo te lo lascerei come “scambio”: S. è Magistratu­ra democratic­a storico, la V. è un’altra talebana di Md, il terzo non lo conosco».

A luglio 2018 c’è passaggio del testimone: Morlini viene eletto al Csm nelle liste di Unicost e Palamara, che ne è appena uscito, lo coinvolge negli incontri con Ferri (e Lotti, in almeno un’occasione) per l’eterodirez­ione della nomina del procurator­e di Roma. Morlini s’è dimesso dal Consiglio lo scorso anno ed è uno degli ex consiglier­i finiti sotto indagine disciplina­re.

«Li sfondo, lo sai»

Quando sedeva al Csm, erano decine i colleghi, non solo del suo gruppo, che esigevano nomine contando sull’appoggio di Palamara, che tentava di accontenta­re tutti. Alla fine del 2017 l’attuale procurator­e di Terni Alberto Liguori, magistrato calabrese, insiste perché venga ribaltato un voto espresso in commission­e per la presidenza di una sezione del tribunale di Cosenza: «Parti subito con qualcuno di Area, poi con i laici di sinistra e i membri di diritto... Fatti valere». Palamara risponde: «Fino in fondo... E sarà l’antipasto». «Così mi piaci, salutami Renzi». Ancora Palamara: «A Ciccio, li sfondo, lo sai».

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Luca Palamara, 51 anni
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L’ex presidente dell’anm Luca Palamara, 51 anni, al centro di un’inchiesta che ha spinto anche il Guardasigi­lli Alfonso Bonafede, 43 (destra), a invocare la riforma del Csm
Bufera L’ex presidente dell’anm Luca Palamara, 51 anni, al centro di un’inchiesta che ha spinto anche il Guardasigi­lli Alfonso Bonafede, 43 (destra), a invocare la riforma del Csm
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