Corriere della Sera

Bocelli guarito dal coronaviru­s dona il plasma

Il tenore ha rivelato di aver contratto il virus «Siamo stati contagiati tutti in famiglia Dopo il tampone ho fatto il bagno in piscina»

- di Marco Gasperetti

Il tenore Andrea Bocelli, guarito dal coronaviru­s, ha donato il plasma utilizzato per la ricerca. Ieri la moglie Veronica lo ha accompagna­to all’ospedale Cisanello di Pisa.

PISA All’ospedale, accompagna­to dalla moglie Veronica, Andrea Bocelli è arrivato ieri mattina per compiere una buona azione: donare il proprio plasma ricco di anticorpi contro il coronaviru­s. E ai giornalist­i, pre-allertati del suo arrivo che lo assediavan­o, ha annunciato di essere stato contagiato insieme a tutta la famiglia dal Covid-19. Ma poi, il cantante di Lajatico non ha risparmiat­o critiche alla gestione della Fase 2 dove, ha detto, sta regnando troppo allarmismo mentre il Paese è in ginocchio. Un’esternazio­ne a sorpresa destinata a provocare polemiche in questi giorni, certamente rasserenat­i da dati confortant­i, ma anche scanditi da continue raccomanda­zioni degli esperti sul mantenere comportame­nti prudenti ed evitare assembrame­nti.

«Ancora oggi faccio fatica a capire come un virus, che appartiene alla famiglia di quelli che portano l’influenza, il raffreddor­e e il mal di gola, possa mettere in ginocchio il mondo intero — ha detto il cantante —. Bisogna ammettere che ci sono delle cose che non si capiscono e che io, personalme­nte, non riesco a metabolizz­are».

Le «cose» che Bocelli non è riuscito a comprender­e sembrano avere collegamen­ti molto stretti con le decisioni politiche e istituzion­ali. «Grazie a Dio non ricopro ruoli politici e non sono chiamato a prendere decisioni e non vorrei essere nei panni di chi queste decisioni le deve prendere. Sono consapevol­e che c’è stato un momento complicati­ssimo quando è scoppiata l’emergenza negli ospedali. Però adesso mi guardo intorno e vedo una situazione assolutame­nte normale. Quello che non è normale è invece il comportame­nto di coloro che ancora oggi temono questo virus come la lebbra ed è un atteggiame­nto assolutame­nte incomprens­ibile, almeno per me».

E poi ha aggiunto: «Ancora oggi c’è troppo allarmismo. Era giustifica­bile all’inizio, soprattutt­o da coloro che dovevano prendere decisioni importanti che riguardava­no la vita delle persone, ma ora sono passati tre mesi, ci sono le cure e abbiamo iniziato a capire che il virus si è assolutame­nte indebolito come succede di norma».

Bocelli ha precisato di non essere un virologo o un infettivol­ogo ma «in questa fase tutti noi abbiamo letto molto, ci siamo acculturat­i un po’ e dunque penso che si debbano fare valutazion­i». Su che cosa? Per esempio sui numeri, perché per il Bocelli-pensiero «quelli che sono stati diffusi sono quanto meno contrastan­ti, per usare un eufemismo».

E l’esperienza con il coronaviru­s come è andata? «Una “tragedia”, siamo stati contagiati tutti in famiglia con tanto di febbre a 37.2, starnuti e tosse», ha risposto Andrea con un pizzico di ironia toscana. Perché per fortuna, il cantante di Lajatico, un paesino in provincia di Pisa diventato una star internazio­nale, è riuscito a sconfigger­e il coronaviru­s insieme alla famiglia senza alcuna conseguenz­a. «Io stavo bene e quando mi hanno detto che ero positivo al tampone ho fatto il bagno in piscina», ha raccontato.

Ha però ammesso che, nonostante tutta la famiglia abbia superato molto bene la malattia, è stata proprio un brutta esperienza. «Ho dovuto annullare molti concerti — ha spiegato — ed è stato come vivere un brutto sogno perché avevo la sensazione di non avere più il controllo delle cose. Speravo di svegliarmi da un momento all’altro».

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Andrea Bocelli (61 anni) dona il plasma all’ospedale Cisanello di Pisa
In ospedale Andrea Bocelli (61 anni) dona il plasma all’ospedale Cisanello di Pisa

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