Bocelli guarito dal coronavirus dona il plasma
Il tenore ha rivelato di aver contratto il virus «Siamo stati contagiati tutti in famiglia Dopo il tampone ho fatto il bagno in piscina»
Il tenore Andrea Bocelli, guarito dal coronavirus, ha donato il plasma utilizzato per la ricerca. Ieri la moglie Veronica lo ha accompagnato all’ospedale Cisanello di Pisa.
PISA All’ospedale, accompagnato dalla moglie Veronica, Andrea Bocelli è arrivato ieri mattina per compiere una buona azione: donare il proprio plasma ricco di anticorpi contro il coronavirus. E ai giornalisti, pre-allertati del suo arrivo che lo assediavano, ha annunciato di essere stato contagiato insieme a tutta la famiglia dal Covid-19. Ma poi, il cantante di Lajatico non ha risparmiato critiche alla gestione della Fase 2 dove, ha detto, sta regnando troppo allarmismo mentre il Paese è in ginocchio. Un’esternazione a sorpresa destinata a provocare polemiche in questi giorni, certamente rasserenati da dati confortanti, ma anche scanditi da continue raccomandazioni degli esperti sul mantenere comportamenti prudenti ed evitare assembramenti.
«Ancora oggi faccio fatica a capire come un virus, che appartiene alla famiglia di quelli che portano l’influenza, il raffreddore e il mal di gola, possa mettere in ginocchio il mondo intero — ha detto il cantante —. Bisogna ammettere che ci sono delle cose che non si capiscono e che io, personalmente, non riesco a metabolizzare».
Le «cose» che Bocelli non è riuscito a comprendere sembrano avere collegamenti molto stretti con le decisioni politiche e istituzionali. «Grazie a Dio non ricopro ruoli politici e non sono chiamato a prendere decisioni e non vorrei essere nei panni di chi queste decisioni le deve prendere. Sono consapevole che c’è stato un momento complicatissimo quando è scoppiata l’emergenza negli ospedali. Però adesso mi guardo intorno e vedo una situazione assolutamente normale. Quello che non è normale è invece il comportamento di coloro che ancora oggi temono questo virus come la lebbra ed è un atteggiamento assolutamente incomprensibile, almeno per me».
E poi ha aggiunto: «Ancora oggi c’è troppo allarmismo. Era giustificabile all’inizio, soprattutto da coloro che dovevano prendere decisioni importanti che riguardavano la vita delle persone, ma ora sono passati tre mesi, ci sono le cure e abbiamo iniziato a capire che il virus si è assolutamente indebolito come succede di norma».
Bocelli ha precisato di non essere un virologo o un infettivologo ma «in questa fase tutti noi abbiamo letto molto, ci siamo acculturati un po’ e dunque penso che si debbano fare valutazioni». Su che cosa? Per esempio sui numeri, perché per il Bocelli-pensiero «quelli che sono stati diffusi sono quanto meno contrastanti, per usare un eufemismo».
E l’esperienza con il coronavirus come è andata? «Una “tragedia”, siamo stati contagiati tutti in famiglia con tanto di febbre a 37.2, starnuti e tosse», ha risposto Andrea con un pizzico di ironia toscana. Perché per fortuna, il cantante di Lajatico, un paesino in provincia di Pisa diventato una star internazionale, è riuscito a sconfiggere il coronavirus insieme alla famiglia senza alcuna conseguenza. «Io stavo bene e quando mi hanno detto che ero positivo al tampone ho fatto il bagno in piscina», ha raccontato.
Ha però ammesso che, nonostante tutta la famiglia abbia superato molto bene la malattia, è stata proprio un brutta esperienza. «Ho dovuto annullare molti concerti — ha spiegato — ed è stato come vivere un brutto sogno perché avevo la sensazione di non avere più il controllo delle cose. Speravo di svegliarmi da un momento all’altro».