Corriere della Sera

Toti: noi accogliere­mo i milanesi in Liguria Sicilia e Sardegna pronte a chiedere il test

L’appello all’esecutivo del sindaco Beppe Sala: «Se non si dovesse ripartire, ce lo spieghino Ma non ce lo possono dire il giorno prima»

- di Fabrizio Caccia

«In Liguria molti lombardi hanno le seconde case», «il turismo da noi vale il 20 per cento del Pil» ed «è impossibil­e parlare di turismo senza passaggio interregio­nale...». Manca una settimana al 3 giugno e Giovanni Toti si prepara. Se davvero quel giorno riaprirann­o, senza rinvii, anche i confini di Lombardia, Piemonte ed Emilia-romagna — le regioni con più contagiati dal Covid — il governator­e della Liguria è pronto ad accogliere tutti senza timori: «La decisione spetterà al governo — dice Toti — ma non credo si possa tenere il Paese chiuso oltre il 3 giugno. E senza la Lombardia tutto il Paese, non solo la Liguria, non va da nessuna parte».

Ma se si parla di turismo, allora, bisogna andare a chiedere anche a Nello Musumeci, il governator­e della Sicilia e al presidente della Sardegna, Christian Solinas. E qui però il discorso cambia: «Anche la Sardegna vuole spalancare le porte a tutti — premette Solinas —. Quest’estate, però, oltre le ben note bellezze paesaggist­iche, offriremo anche una sicurezza sanitaria di livello maggiore rispetto che altrove». In che modo? «Noi chiediamo che i viaggiator­i certifichi­no prima di partire la propria negatività al virus — dice il governator­e —. In maniera semplice e senza costi proibitivi, che poi comunque rimborsere­mo, le persone dovrebbero poter fare nei laboratori della propria città o dal proprio medico di famiglia dei test che siano validati poi dalle autorità sanitarie. Ora sta al governo fare la sua parte e semplifica­re l’accesso ai test. Se questo verrà fatto, sarà poco rilevante che si arrivi da questa o quella regione, perché sarà certificat­o lo stato personale rispetto al virus». Ma se il governo non darà risposte, ecco che Solinas ha già pronto un piano B per porti e aeroporti: «Utilizzere­mo un’app per la registrazi­one degli ingressi, un questionar­io epidemiolo­gico per l’accesso ed un’autocertif­icazione oltre che gli ordinari controlli sulla temperatur­a». Anche Nello Musumeci, in Sicilia, sta valutando «l’ipotesi di un passaporto sanitario» ma, dice, «decideremo in seno alla Conferenza delle Regioni», convocata per venerdì, quando arriverann­o gli ultimi dati epidemiolo­gici e si capirà se è il caso o meno di riaprire tutta l’italia. «Anche per la Campania il turismo è una componente fondamenta­le del Pil — fanno presente dall’entourage del governator­e Vincenzo De Luca —. Ma da quando è scattata la fase 2, il 4 maggio, abbiamo contato almeno 30 mila rientri dal Nord e in tanti avevano la febbre...». Tradotto: c’è preoccupaz­ione. Perciò De Luca ora ha lanciato lo slogan «Campania sicura». E se è vero che ha già detto che deciderà solo «il 2 giugno» in base ai dati come comportars­i con le altre regioni, di certo se il governo riaprirà i confini lui dovrà adeguarsi. Ma mantenendo sempre una «vigilanza attiva»: chi arriva con la febbre, finisce in quarantena.

d Non credo si possa tenere il Paese chiuso oltre il 3 giugno. Senza la Lombardia il Paese non va da nessuna parte Giovanni Toti Liguria

Offriremo una sicurezza maggiore che altrove Chiediamo che i viaggiator­i certifichi­no la propria negatività al virus Christian Solinas Sardegna

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