Il professor Costantino: «Adesso in ospedale arrivano malati senza gravi complicazioni»
Il sollievo al Policlinico: un solo positivo in 5 giorni
Dai circa 30 pazienti ricoverati per Covid-19 ogni giorno nel periodo febbraio-marzo, al Policlinico di Milano si è arrivati a un solo positivo ricoverato negli ultimi cinque giorni. Il direttore del Pronto soccorso, Giorgio Costantino, professore associato di Medicina interna all’università degli Studi di Milano, ha visto il cambiamento con i suoi occhi. «La differenza è netta: ora i pazienti sono pochissimi, tendenzialmente meno gravi e più anziani (anche perché alcuni provengono dalle case di riposo). È vero — conferma — che negli ultimi cinque giorni ne abbiamo ricoverato solo uno, uno scenario totalmente diverso da quello dei mesi precedenti. Secondo me, però, il virus non si è attenuato: è cambiata solo la sua prevalenza. È molto meno diffuso ed è per questo che, dopo il lockdown, ci sono meno positivi e, di conseguenza, meno casi gravi. Ci sembra che il virus sia cambiato solo perché i numeri scendono e in modo molto evidente».
Come si spiega che i malati stiano meglio in generale?
«Nella fase peggiore c’era molto timore di recarsi in ospedale e c’erano difficoltà a raggiungerlo, dato che le ambulanze ci mettevano più tempo, quando c’erano. Anche
la propensione a chiamare di nuovo il 112 prima di peggiorare contribuisce a migliorare la prognosi dei pazienti. Prima del Covid avevamo 170 accessi giornalieri per ogni causa. Durante la fase epidemica sono scesi a 60, ma arrivavano pazienti tutti molto gravi e quasi solo Covid. Adesso al Pronto soccorso sono tornati anche i pazienti con altre problematiche».
I malati sono meno gravi anche perché sappiamo come curarli?
«Non credo che questo sia determinante. Il decorso della malattia è relativamente poco influenzato dalle cure in ospedale: noi supportiamo le
d Nella fase peggiore c’era molto timore di recarsi in ospedale e c’erano difficoltà a raggiungerlo, dato che le ambulanze, quando c’erano, ci mettevano tanto tempo
funzioni vitali, ma in questo momento non ci sono terapie specifiche contro il Covid-19. Possiamo dare l’ossigeno, ventilare i malati gravi, fornire farmaci per via endovenosa, pratiche che possono essere eseguite solo in ospedale, ma nessuna terapia (tranne un antivirale che si dà in via sperimentale) si è dimostrata utile. L’unica arma davvero efficace è la prevenzione: mascherine e distanziamento sociale sono stati la vera svolta. Si è ridotta la diffusione del Sars-cov-2 e quindi la gravità delle persone, ma non la gravità del virus».