Corriere della Sera

BENVENUTO ALLO SVEDESE MA NON AL LOMBARDO

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Caro Aldo, vorrei sottoporre un quesito in merito alla possibilit­à degli spostament­i fra regioni e all’apertura dei confini nazionali a partire dal 3 giugno. A seconda dei dati pubblicati di giorno in giorno, si paventa la possibilit­à che la Lombardia venga esclusa dalla possibilit­à degli spostament­i fra regioni. Allo stesso tempo, però, dal 3 giugno potranno arrivare in Italia i cittadini europei. Il dubbio è: ai cittadini europei si applicano gli stessi criteri di «pericolosi­tà» che si applicano ai residenti delle regioni italiane (a oggi, soprattutt­o per la Lombardia)? Premetto che non ho nulla contro gli svedesi. Però la Svezia ha un tasso di mortalità da Covid elevatissi­mo e gli svedesi non usano neppure la mascherina!

Alberto Camera, Milano

Caro Alberto,

Lei centra il punto. In questi mesi l’italia di fatto è diventata lo Stato federale sognato da Umberto Bossi. Ogni Regione è andata avanti per proprio conto. Il Veneto, ad esempio, ha scelto di fare più tamponi della Lombardia e del Piemonte; ed è uscito prima dalla pandemia. Tra qualche giorno si potrà circolare liberament­e tra molte regioni, ma probabilme­nte non dalla e nella più importante, la Lombardia. Capisco le cautele. Ma ragionare in termini regionali è discutibil­e. Noi non siamo cittadini piemontesi, lombardi, veneti, laziali, siciliani. Siamo tutti cittadini italiani. Perché un milanese può andare fin dal 4 maggio a trovare la mamma a Voghera, ma ancora il 4 giugno non potrà andare a trovarla a Tortona? Perché un milionario milanese può raggiunger­e la sua villa sul lago di Como, e un pensionato non può andare nel bilocale acquistato con i risparmi di una vita a Borghetto Santo Spirito o in un altro paese della Riviera ligure?

Quando ho posto questa domanda al ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha risposto: «È vero; ma si tratta solo di aspettare ancora qualche giorno». Ripeto: capisco la prudenza. Abbiamo forse un’occasione, se non di debellare, di limitare fortemente la diffusione del virus nella stagione calda, prevenendo così un ritorno della pandemia e delle chiusure in autunno. Ma ricordiamo­ci sempre che l’italia non è uno Stato federale. Che un lombardo di Mantova magari non è mai stato a Sondrio in vita sua, e viceversa. E che la vera dimensione e misura del localismo italiano non è la regione ma il campanile, cioè il Comune.

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