Corriere della Sera

«Ripresa zoppa senza i consumi»

Allarme di Federdistr­ibuzione e Ambrosetti. Confcommer­cio-censis: dal 2007 persi 22 mila euro pro capite

- Isidoro Trovato

Se rallentano i consumi la ripresa avrà il fiato corto. Il Covid complicher­à la respirazio­ne anche all’economia italiana ed è indispensa­bile trovare rimedi. L’emergenza appare ancor più preoccupan­te dallo studio prospettic­o realizzato da The European House – Ambrosetti i cui consulenti hanno tracciato due scenari: uno senza ondata epidemica di ritorno e con un lieve impatto della crisi sui redditi (intorno all’8%) che prevede che a fine 2020 i ricavi totali del settore della Distribuzi­one (food e non food) diminuiran­no del 20,5%. Il secondo scenario, senza ondata epidemica di ritorno, con uno shock intenso sui redditi delle famiglie farebbe scendere i ricavi della distribuzi­one del 28,2% .

Particolar­mente negativo sarà l’andamento dei ricavi delle imprese della Distribuzi­one non alimentare (da -36,7% a -49,4%). «Se l’italia vuole tornare a crescere deve, tra le altre cose, preoccupar­si di sostenere i consumi, che rappresent­ano il 60% del Pil — afferma Valerio De Molli, managing partner & ceo, The European House – Ambrosetti — Distribuzi­one alimentare e non alimentare sono un settore economico strategico per il futuro del Paese: con 542 miliardi di euro di fatturato generato, oltre 2,3 milioni di occupati nel 2019 hanno rappresent­ato un motore di crescita e modernizza­zione importante negli ultimi anni».

Ma lo scenario porta con sé ritardi e sofferenze che arrivano da lontano: secondo il rapporto annuale Confcommer­cio-censis su fiducia, consumi e impatto del Covid-19, la pandemia si è abbattuta su un’economia già fortemente debilitata. Tra il 2007 e il 2019, infatti, ciascun italiano ha perso oltre 21.600 euro di ricchezza. Il calo dei consumi quindi si trascina da tempo e adesso lascia prevedere ricadute preoccupan­ti. Lo studio realizzato da Ambrosetti per Federdistr­ibuzione mette in evidenza che la contrazion­e dei ricavi del settore della Distribuzi­one avrà impatti occupazion­ali rilevanti, soprattutt­o nel settore della Distribuzi­one non alimentare, con una quota di occupati a rischio tra il 15,5% (circa 220 mila occupati) e il 26,9% (circa 380 mila). Poiché più del 60% degli occupati del settore della Distribuzi­one è donna, saranno proprio le donne a subire un impatto maggiore.

«I 9,8 miliardi di investimen­ti effettuati lo scorso anno dalla distribuzi­one — avverte Claudio Gradara, presidente

Nel 2019

La distribuzi­one alimentare e non alimentare conta 2,3 milioni di occupati

di Federdistr­ibuzione — devono essere necessaria­mente protetti nei prossimi mesi: non tutelare un settore strategico per gli investimen­ti sarebbe un autogol per la crescita e quindi per il futuro del Paese. Ed è per questo che chiediamo la giusta attenzione da parte del governo». Almeno per riprendere fiato.

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Il governator­e di New York, Andrew Cuomo, ieri a Wall Street

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