Corriere della Sera

Premio Friulistor­ia Scelti i tre finalisti: a ottobre il vincitore

- di Marisa Fumagalli

«Creare più lettori di storia offrendo loro la possibilit­à di conoscere il meglio della produzione saggistica nazionale e internazio­nale», è l’intento dichiarato del Premio Friulistor­ia, nella parole di Tommaso Piffer, presidente della Giuria scientific­a. La terna dei volumi finalisti del 2020 (VII edizione), annunciata ieri, mantiene le promesse. Intrigante, la panoramica dei temi trattati: Resistenza e collaboraz­ionismo, la guerra nel Mezzogiorn­o dopo l’unità d’italia, l’olocausto nell’europa

orientale. Dalla selezione di 106 candidatur­e inviate dai principali editori nazionali, ecco i titoli:

Istvan Deak, Europa a processo. Collaboraz­ione, resistenza e giustizia fra guerra e dopoguerra (il Mulino); Carmine Pinto, La guerra per il Mezzogiorn­o. Italiani, borbonici e briganti. 18601870 (Laterza); Antonello Salomoni, Le ceneri di Babij Jar. L’eccidio degli ebrei di Kiev (il Mulino). Ora le opere passeranno al vaglio di 330 lettori (l’anno scorso erano 300), per lo più «lettori non abituali», chiamati a scoprire il fascino e l’interesse per la storia. A loro la scelta del vincitore, che sarà proclamato a Udine in ottobre. Oltre al presidente Piffer, la Giuria scientific­a è composta da Elena Aga Rossi, Roberto Chiarini, Ernesto Galli della Loggia, Paolo Pezzino, Silvio Pons, Andrea Zannini. Il Premio è sostenuto dalla Regione Friuli-venezia Giulia e da alcune istituzion­i culturali, fra cui l’università di Udine.

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