Corriere della Sera

Ibra, sospiro di sollievo Può tornare già a luglio Pioli cerca gol alternativ­i

- Carlos Passerini

Ibra c’è. Non è finita. Né la carriera, né la stagione. Servirà una corsa contro il tempo, che è poco, questo sì, ma se c’è uno al mondo che ce la può fare, quello è Zlatan Ibrahimovi­c. Dopo la grande paura, il Milan tira un sospiro di sollievo: trattasi di lesione al polpaccio, non di rottura del tendine d’achille. Averlo visto abbandonar­e Milanello sulle sue gambe e senza stampelle aveva indotto tutti a un cauto ottimismo, ma per scacciare i fantasmi era necessario un esame clinico, al quale lo svedese s’è sottoposto ieri in una clinica milanese. La diagnosi è stata una liberazion­e. Sarebbero stati sei mesi di stop, la sua carriera con ogni probabilit­à si sarebbe chiusa qui. Si tratta invece di una «lesione del muscolo soleo del polpaccio destro», come scrive in una nota il club rossonero, senza però specificar­ne l’entità, il grado. Fonti vicine al giocatore confermano però che la prima prognosi è di quattro settimane certe di stop. Fra dieci giorni verrà effettuato un altro esame e si avranno maggiori certezze.

Significa in sostanza che Ibra non sarà pronto per la ripresa del campionato, che sia il 13 o il 20 giugno. Ma se tutto dovesse andare come si spera, per l’inizio di luglio potrebbe essere di nuovo in campo. Già ieri era a Milanello per le terapie. Orgoglioso, determinat­o, concentrat­o. Come sempre. Alla Ibra. E, come sempre, il suo obiettivo ce l’ha ben stampato in testa: tornare arruolabil­e il prima possibile per aiutare il Milan a dare la caccia all’europa. Chi gli sta vicino assicura che l’esito dell’esame lo ha messo di buon umore per il pericolo scampato. Ieri ha postato su Instagram un video risalente a domenica di una gita al lago insieme a Calhanoglu. In moto. I club in genere la proibiscon­o, ma dal Milan fanno sapere che nel caso specifico non c’è nulla di scritto che la vieti.

Ciò che conta, ora, è che Zlatan guarisca presto. L’ottimo staff medico diretto dal dottor Stefano Mazzoni farà di tutto per rimetterlo in piedi quanto prima, anche se l’impresa toccherà a Zlatan. Non sarebbe la prima volta che

La diagnosi

Lesione al polpaccio ma è intatto il tendine d’achille: tra dieci giorni un altro controllo

brucia i tempi. Quando arrivò al Milan in gennaio, dopo una vacanza lunga tre mesi e senza pallone, in molti si chiesero quanto avrebbe impiegato un 38enne con quel fisico a rimettersi in forma. C’era un diffuso scetticism­o. Ma l’attaccante fece meglio anche delle previsioni più ottimistic­he: il debutto sembrava fissato per il 15, invece lo anticipò di 9 giorni, il 6 con la Samp. «Volevo segnare e fare il gesto di Dio sotto la Curva, sarà per la prossima partita» disse quel giorno. Fu come al solito di parola: a Cagliari, gol ed esultanza divina. In dieci partite complessiv­e è andato a segno ben quattro volte.

Da qui al suo rientro servirà però un piano B, prima che sia troppo tardi, prima che l’europa diventi irraggiung­ibile. Aspettare Ibra sarebbe un errore. E Pioli lo sa. Ecco perché sta già lavorando su situazioni alternativ­e. Occorreran­no i gol di qualcun altro, che non potrà essere solo Rebic, che negli ultimi tempi prima dello stop era in formissima, né Leao, il primo candidato a sostituire Ibra nel ruolo di centravant­i. Occhi puntati su Castillejo, Paquetà, Calhanoglu: è il loro momento per prendersi il Diavolo. Ora o mai più.

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Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni, 4 gol in 10 partite. A sinistra, Leao, 20 anni
(Afp, Lapresse) Sollievo Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni, 4 gol in 10 partite. A sinistra, Leao, 20 anni
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