Fontana «pronto a riaprire» Boccia: no a patenti sanitarie
Caro direttore, grazie innanzitutto per l’ospitalità che ha voluto riservare a queste mie poche riflessioni, tutte tese a ripristinare verità e chiarezza troppo spesso sacrificate sull’altare della propaganda e della mistificazione. Viviamo un tempo assai complesso, drammatico sotto diversi profili, che interroga nel profondo la capacità di un’intera classe dirigente, direi più correttamente dell’intero Paese, di coniugare le ragioni della ripresa e della produzione economica con le esigenze di tutela della salute pubblica. Abbiamo pianto e piangiamo troppi morti, perché la vicenda possa essere banalizzata o ridotta a un risibile contrasto tra governatori «dubbiosi» e «accoglienti». E non è neppure accettabile che chi ha sottovalutato la portata della pandemia fin dall’inizio, baloccandosi in ideologici aperitivi pubblici contro la paura, assurga oggi al ruolo di censore delle cautele altrui delineando un contesto inesistente secondo cui sarebbero rivolte a discriminare i milanesi, i lombardi o chicchessia. La Sardegna è una terra antica e fiera e noi sardi siamo un popolo ospitale e generoso, abbiamo dato il sangue dei nostri figli, di un’intera generazione, per definire i confini del nord del Paese nella Prima Grande Guerra con la gloriosa Brigata Sassari e abbiamo sempre accolto imprese, turisti e investitori da ogni dove. Abbiamo consolidato nei decenni rapporti umani, culturali ed economici con i cittadini di Milano e della Lombardia, nostri amici e sempre graditi ospiti, ed è per me inaccettabile che qualcuno possa cercare di innescare una sterile polemica su un’inesistente volontà di cose in chiaro: «Se tutte le regioni ripartono, ripartono senza distinzioni tra cittadini di una città rispetto all’altra. Se siamo sani ci muoviamo».
Tutti d’accordo? Macché. Solinas torna alla carica: «Chi è senza certificato non può imbarcarsi, quindi non arriva in Sardegna». E Musumeci avverte che la Sicilia sta comunque mettendo a punto un «protocollo» e a quello bisognerà attenersi. Intanto, dalla Lombardia, il governatore Attilio Fontana alla luce degli ultimi dati, «tutti positivi e in miglioramento», si dice «convinto che dal 3 giugno anche i lombardi saranno liberi di circolare in tutta Italia». «Secondo l’istat sono già stati persi 385 mila posti di lavoro a causa del lockdown, perciò abbiamo il dovere di ripartire», rilancia il governatore della Liguria, Giovanni Toti. E pure Luca Zaia e il «suo» Veneto fremono ormai ai blocchi di partenza: «La situazione sanitaria è tranquilla, io tifo perché tutte le regioni possano riaprire». Concetto ribadito dal presidente dell’emilia-romagna, Stefano Bonaccini e dalla governatrice dell’umbria, Donatella Tesei. «Noi non vogliamo guerre regionali, però ci vuole prudenza», continua invece a ripetere il presidente della Toscana, Enrico Rossi. E appare cauta pure Jole Santelli, la governatrice della Calabria: «Questo è il momento dell’unità discriminazione nei loro confronti. Qui si legge tutta la superficialità salottiera di chi si attribuisce una superiorità autoreferenziale tale da formulare giudizi ed emettere più o meno velate minacce («ce ne ricorderemo»). Io non ho mai parlato di improbabili patenti di immunità, ma più semplicemente ho osservato che dopo la grande paura per una pandemia — che non è purtroppo finita — uno dei driver principali nella scelta della destinazione, per chi vorrà fare una vacanza, sarà certamente la sicurezza sanitaria. È per questo che nel 2020 vogliamo offrire, oltre alle ben note bellezze paesaggistiche e ambientali dell’isola, ai suoi valori culturali e delle sue tradizioni materiali ed immateriali, un plus legato alla elevata soglia di sicurezza sanitaria per tutti i turisti e le loro famiglie, che consenta loro un soggiorno in tutta i giorni che mancano alla riapertura dei confini regionali e nazionali nazionale, chiediamo però al governo di non scaricare sulle regioni di arrivo i controlli delle persone provenienti da zone in cui c’è stata una maggiore incidenza di contagi. Le precauzioni vanno adottate alla partenza...».
Le posizioni divergono su tutto: domani, alla Conferenza Stato-regioni, il presidente Massimiliano Fedriga ufficializzerà l’uscita del Friulivenezia Giulia dal programma di sperimentazione dell’app Immuni. Così, il governatore pugliese, Michele Emiliano, prova in conclusione a smorzare i toni: «Io mi sento italiano, parte di una bellissima comunità. Eppoi Milano è la seconda città della Puglia, quindi è impensabile interrompere questo canale che ci lega». serenità. Per realizzare tutto ciò abbiamo adottato in questi mesi misure importanti di contenimento del contagio, tanto da essere la regione con la minore circolazione virale. Ora, chiediamo a chiunque voglia venire in Sardegna, da ovunque provenga, una piccola cautela in più nell’interesse di tutti: un semplice certificato che attesti al momento della partenza di non essere positivi al Covid19. Stiamo domandando al governo di fare la sua parte e cioè di rendere facile e accessibile sull’intero territorio nazionale la possibilità per i cittadini di eseguire i test accreditati dalle istituzioni nazionali a ciò preposte, possibilmente nei laboratori, nelle farmacie, dai medici di famiglia. Le Canarie, la Corsica propongono un passaporto sanitario per salvare la stagione turistica. Non si tratta, come preteso da qualcuno, di un pericolo per la libera circolazione delle persone, quanto piuttosto di un bilanciamento tra valori e interessi costituzionalmente rilevanti, a partire dalla tutela della salute pubblica. Brandire la presunta incostituzionalità della proposta per aggirarne il merito non è un esercizio utile a nessuno: negare la soluzione non significa rimuovere il problema. Siamo pronti a valutare qualsiasi opzione alternativa che non sia il nulla, perché non possiamo permetterci un rischio così elevato. Vogliamo offrire una terra bellissima e sicura, in grado di garantire a tutti le cure necessarie. Fare uno screening in accesso — che non potrà mai eliminare del tutto il rischio ma certamente filtrare una buona parte di potenziale ritorno di contagi — è funzionale a questa idea di sicurezza: il virus cammina sulle gambe delle persone. Il messaggio che rivolgo attraverso il Corriere agli amici di Milano, della Lombardia, di tutta Italia è che la Sardegna apre le braccia ai turisti che la amano, e i milanesi certamente la amano, e chiede loro un piccolo aiuto per poter offrire una vacanza indimenticabile, coniugando ospitalità e sicurezza sanitaria.