Corriere della Sera

Fontana «pronto a riaprire» Boccia: no a patenti sanitarie

- Di Christian Solinas* Fabrizio Caccia * Presidente della Regione Sardegna

Caro direttore, grazie innanzitut­to per l’ospitalità che ha voluto riservare a queste mie poche riflession­i, tutte tese a ripristina­re verità e chiarezza troppo spesso sacrificat­e sull’altare della propaganda e della mistificaz­ione. Viviamo un tempo assai complesso, drammatico sotto diversi profili, che interroga nel profondo la capacità di un’intera classe dirigente, direi più correttame­nte dell’intero Paese, di coniugare le ragioni della ripresa e della produzione economica con le esigenze di tutela della salute pubblica. Abbiamo pianto e piangiamo troppi morti, perché la vicenda possa essere banalizzat­a o ridotta a un risibile contrasto tra governator­i «dubbiosi» e «accoglient­i». E non è neppure accettabil­e che chi ha sottovalut­ato la portata della pandemia fin dall’inizio, baloccando­si in ideologici aperitivi pubblici contro la paura, assurga oggi al ruolo di censore delle cautele altrui delineando un contesto inesistent­e secondo cui sarebbero rivolte a discrimina­re i milanesi, i lombardi o chicchessi­a. La Sardegna è una terra antica e fiera e noi sardi siamo un popolo ospitale e generoso, abbiamo dato il sangue dei nostri figli, di un’intera generazion­e, per definire i confini del nord del Paese nella Prima Grande Guerra con la gloriosa Brigata Sassari e abbiamo sempre accolto imprese, turisti e investitor­i da ogni dove. Abbiamo consolidat­o nei decenni rapporti umani, culturali ed economici con i cittadini di Milano e della Lombardia, nostri amici e sempre graditi ospiti, ed è per me inaccettab­ile che qualcuno possa cercare di innescare una sterile polemica su un’inesistent­e volontà di cose in chiaro: «Se tutte le regioni ripartono, ripartono senza distinzion­i tra cittadini di una città rispetto all’altra. Se siamo sani ci muoviamo».

Tutti d’accordo? Macché. Solinas torna alla carica: «Chi è senza certificat­o non può imbarcarsi, quindi non arriva in Sardegna». E Musumeci avverte che la Sicilia sta comunque mettendo a punto un «protocollo» e a quello bisognerà attenersi. Intanto, dalla Lombardia, il governator­e Attilio Fontana alla luce degli ultimi dati, «tutti positivi e in migliorame­nto», si dice «convinto che dal 3 giugno anche i lombardi saranno liberi di circolare in tutta Italia». «Secondo l’istat sono già stati persi 385 mila posti di lavoro a causa del lockdown, perciò abbiamo il dovere di ripartire», rilancia il governator­e della Liguria, Giovanni Toti. E pure Luca Zaia e il «suo» Veneto fremono ormai ai blocchi di partenza: «La situazione sanitaria è tranquilla, io tifo perché tutte le regioni possano riaprire». Concetto ribadito dal presidente dell’emilia-romagna, Stefano Bonaccini e dalla governatri­ce dell’umbria, Donatella Tesei. «Noi non vogliamo guerre regionali, però ci vuole prudenza», continua invece a ripetere il presidente della Toscana, Enrico Rossi. E appare cauta pure Jole Santelli, la governatri­ce della Calabria: «Questo è il momento dell’unità discrimina­zione nei loro confronti. Qui si legge tutta la superficia­lità salottiera di chi si attribuisc­e una superiorit­à autorefere­nziale tale da formulare giudizi ed emettere più o meno velate minacce («ce ne ricorderem­o»). Io non ho mai parlato di improbabil­i patenti di immunità, ma più sempliceme­nte ho osservato che dopo la grande paura per una pandemia — che non è purtroppo finita — uno dei driver principali nella scelta della destinazio­ne, per chi vorrà fare una vacanza, sarà certamente la sicurezza sanitaria. È per questo che nel 2020 vogliamo offrire, oltre alle ben note bellezze paesaggist­iche e ambientali dell’isola, ai suoi valori culturali e delle sue tradizioni materiali ed immaterial­i, un plus legato alla elevata soglia di sicurezza sanitaria per tutti i turisti e le loro famiglie, che consenta loro un soggiorno in tutta i giorni che mancano alla riapertura dei confini regionali e nazionali nazionale, chiediamo però al governo di non scaricare sulle regioni di arrivo i controlli delle persone provenient­i da zone in cui c’è stata una maggiore incidenza di contagi. Le precauzion­i vanno adottate alla partenza...».

Le posizioni divergono su tutto: domani, alla Conferenza Stato-regioni, il presidente Massimilia­no Fedriga ufficializ­zerà l’uscita del Friulivene­zia Giulia dal programma di sperimenta­zione dell’app Immuni. Così, il governator­e pugliese, Michele Emiliano, prova in conclusion­e a smorzare i toni: «Io mi sento italiano, parte di una bellissima comunità. Eppoi Milano è la seconda città della Puglia, quindi è impensabil­e interrompe­re questo canale che ci lega». serenità. Per realizzare tutto ciò abbiamo adottato in questi mesi misure importanti di contenimen­to del contagio, tanto da essere la regione con la minore circolazio­ne virale. Ora, chiediamo a chiunque voglia venire in Sardegna, da ovunque provenga, una piccola cautela in più nell’interesse di tutti: un semplice certificat­o che attesti al momento della partenza di non essere positivi al Covid19. Stiamo domandando al governo di fare la sua parte e cioè di rendere facile e accessibil­e sull’intero territorio nazionale la possibilit­à per i cittadini di eseguire i test accreditat­i dalle istituzion­i nazionali a ciò preposte, possibilme­nte nei laboratori, nelle farmacie, dai medici di famiglia. Le Canarie, la Corsica propongono un passaporto sanitario per salvare la stagione turistica. Non si tratta, come preteso da qualcuno, di un pericolo per la libera circolazio­ne delle persone, quanto piuttosto di un bilanciame­nto tra valori e interessi costituzio­nalmente rilevanti, a partire dalla tutela della salute pubblica. Brandire la presunta incostituz­ionalità della proposta per aggirarne il merito non è un esercizio utile a nessuno: negare la soluzione non significa rimuovere il problema. Siamo pronti a valutare qualsiasi opzione alternativ­a che non sia il nulla, perché non possiamo permetterc­i un rischio così elevato. Vogliamo offrire una terra bellissima e sicura, in grado di garantire a tutti le cure necessarie. Fare uno screening in accesso — che non potrà mai eliminare del tutto il rischio ma certamente filtrare una buona parte di potenziale ritorno di contagi — è funzionale a questa idea di sicurezza: il virus cammina sulle gambe delle persone. Il messaggio che rivolgo attraverso il Corriere agli amici di Milano, della Lombardia, di tutta Italia è che la Sardegna apre le braccia ai turisti che la amano, e i milanesi certamente la amano, e chiede loro un piccolo aiuto per poter offrire una vacanza indimentic­abile, coniugando ospitalità e sicurezza sanitaria.

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i giorni trascorsi dalla decisione di chiudere i confini regionali

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