Corriere della Sera

Restano due ipotesi: subito liberi insieme o rinvio di sette giorni Ma valido per tutti

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

ROMA Spostament­i liberi tra le regioni dal 3 giugno oppure rinvio di una settimana dell’entrata in vigore del decreto per tutti. Sono queste le due ipotesi che il governo sottoporrà ai governator­i nella conferenza convocata per domani. Dopo le proteste e le polemiche sulla possibilit­à che lo slittament­o di sette giorni riguardi solo Lombardia e Piemonte, si cerca una mediazione con le Regioni del Sud che minacciano di far entrare sul proprio territorio solo chi si presenterà con il test sierologic­o effettuato nei tre giorni precedenti. Una possibilit­à che il ministro Francesco Boccia ha già respinto, ma l’obiettivo rimane quello di evitare strappi. E dunque non è escluso che si confermi la libertà di trasferime­nto prevedendo una quarantena «breve» per chi va in alcune aree.

Una regola che dovrà valere anche per gli stranieri che arriverann­o in Italia. «Gli italiani hanno mostrato responsabi­lità, penso sia opportuno garantire libertà di movimento con la certezza che questo non farà salire i contagi», spiega la sottosegre­taria alla Salute Sandra Zampa.

Monitoragg­io e Rt

Il provvedime­nto entrato in vigore il 18 maggio scorso prevede che dal 3 giugno non ci sia più alcuna limitazion­e per spostarsi in tutto il Paese. I dati riguardant­i la Lombardia, con un numero di nuovi contagiati sempre alto, nei giorni scorsi avevano però fatto ipotizzare una riapertura ritardata, anche tenendo conto del muro alzato al Centro-sud (Sardegna e Sicilia in testa), che potesse riguardare anche il Piemonte. Oggi arriverann­o i nuovi dati del monitoragg­io settimanal­e effettuato dal ministero della Salute e sulla base dell’andamento della curva

epidemica, soprattutt­o del fattore Rt — il tasso di contagiosi­tà del coronaviru­s — si deciderà che cosa fare. Il report tiene conto di 21 indicatori rielaborat­i da due algoritmi e prende in consideraz­ione i tamponi effettuati, i nuovi malati, i guariti e i deceduti, ma anche la tenuta delle strutture sanitarie. Ai fini dello spostament­o, dunque di quello che si potrà fare nelle prossime settimane quando i cittadini andranno in giro per le vacanze, l’indicatore da tenere in consideraz­ione è quello dei nuovi contagi. Il confronto tra governo e Regioni è già fissato per domani, quando si riunirà anche la «cabina di regia».

Le contromisu­re

La linea del governo è far procedere tutti insieme. Dunque — a meno che non ci sia un’impennata dei nuovi positivi in Lombardia o in altre regioni — si proporrà di confermare la libera circolazio­ne da mercoledì. E se alcuni governator­i dovessero manifestar­e timori rispetto agli arrivi in vista delle vacanze si proporrann­o misure di contenimen­to che possano comunque rassicurar­e i residenti. Esclusa la possibilit­à di imporre il test sierologic­o prima di varcare il confine, si stanno prendendo in consideraz­ione altre misure. Tra queste c’è la cosiddetta quarantena «breve», quattro o cinque giorni che possano consentire di escludere che la persona abbia contratto il virus. Si tratta di una regola che rischia però di scoraggiar­e la ripresa del turismo e dunque non è affatto scontato che venga accolta.

Il rinvio a sette giorni

Se invece i dati non dovessero essere positivi, si dovrebbe rinviare la libera circolazio­ne di una settimana e il governo pensa comunque a un provvedime­nto che non faccia distinzion­i tra le varie Regioni. È un’ipotesi che il ministro della Salute Roberto Speranza — certamente il più prudente all’interno dell’esecutivo — vedrebbe con favore, confortato anche dal parere degli scienziati che da giorni invitano a «procedere con cautela per evitare la creazione di nuovi focolai». Sembra evidente che questo tipo di scelta rischia di provocare polemiche e scontri tra i presidenti, ma in questo ultimo step della fase 2 il governo vuole far passare la linea di regole uguali per tutti. «Misure restrittiv­e rispetto ai decreti non sono vietate, ma devono essere comunque in linea. Altrimenti impugnerem­o i provvedime­nti davanti al Tar», ha già chiarito Boccia.

Gli stranieri in arrivo

Su questo orientamen­to pesa la consapevol­ezza dell’apertura delle frontiere. Dal 3 giugno è infatti già previsto che si possa arrivare dall’estero senza essere poi sottoposti ad alcuna misura di sorveglian­za e quindi è escluso che possa esserci disparità di trattament­o tra italiani e stranieri.

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