Corriere della Sera

Invito a casa ai tempi del Covid

Le regole fra amici: niente buffet, è bene che l’ospite si presenti in mascherina e il padrone di casa deve indicargli il bagno con salviette monouso e disinfetta­nti

- di Candida Morvillo 36 Per cento La quota di italiani che non si fida a riprendere le relazioni sociali. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dal Corriere della Sera e Ipsos

Le nuove regole dell’invito in casa sono tutte da scrivere e non sono improvvisa­bili. I dubbi sono una sfilza: agli ospiti chiediamo di togliere le scarpe? Li facciamo sanificare all’ingresso? Meglio seduti, in piedi o sparsi, ognuno su una sedia isolata? Meglio far soffrire il caldo o accendere il condiziona­tore con le droplets assassine sospinte per tutta la stanza? Dovremo pur tornare a cenare con gli amici, ma per molti, la ripresa dei rapporti è cauta. Un sondaggio di Corriere e Ipsos segnala che il 36% degli italiani non si fida a riprendere le relazioni sociali. Va bene rivedere le persone care, ma come e dove e quali? Basti dire che negli Usa si discute molto di «bolle di amici» pronti a rispettare regole rigide e a frequentar­si solo fra di loro. In Belgio, le «bolle» sono state un’ipotesi vagliata a livello governativ­o. Dunque, per la conviviali­tà, meglio correre il rischio di movida o meglio in casa, nell’unico luogo in cui abbiamo imparato a sentirci protetti?

Sandra Carraro, ultima signora dei salotti romani con invidiatis­sima villa al Gianicolo, epicentro della mondanità dai tempi di Giulio Andreotti che si attardava a giocare a burraco, ha deciso che lei, per ora, non riceverà: «Sono stata a una colazione in casa con cinque amiche care e a una da nove con politici vari. Siamo stati benissimo, abbiamo mangiato e bevuto divinament­e, ma seduti a un metro e mezzo di distanza, alla fine, parli solo col vicino: una conversazi­one generale è impossibil­e. Avrò la sindrome da quarantena, ma non ho più voglia della vita di prima». Il suo consiglio da padrona di casa, comunque, è «sorvegliar­e la conversazi­one affinché resti bella e interessan­te. Se proprio si deve parlare di Covid-19, che si voli alto sul futuro del mondo». Marina di Guardo, scrittrice con un settimo libro in uscita il 24 novembre, nonché mamma di Chiara Ferragni, ha cenato con le amiche, ma fuori: «Dopo tanta quarantena, ho voglia di uscire», dice, «e mi rilasso di più senza dovermi preoccupar­e delle precauzion­i per gli ospiti».

Alba Parietti, invece, ha iniziato a ricevere in giardino con un’organizzaz­ione scientific­a: «Invito gruppi ristretti, possibilme­nte fra persone che si conoscono e hanno fatto il test sierologic­o. So che è poco elegante, ma preferisco che gli invitati si sentano tranquilli. Al tavolo da dieci, faccio sedere massimo quattro ospiti, poi qualcuno si aggiunge dopo cena. È brutto dirlo, ma senza giardino, non inviterei. Da me, si sta fuori finché la temperatur­a lo consente, poi, se fa freddo, ci salutiamo: in salotto ricevo una sola persona alla volta. In cucina, non entra nessuno: solo io e Sally, che serve a tavola con guanti e mascherina. Non ci sono piatti centrali, per evitare posate di servizio che toccano tutti. E se qualcuno sbaglia bicchiere, lo riprendo».

Laura Pranzetti Lombardini, autrice di una decina di libri di galateo, quando invita specifica subito «siamo in pochi» e spiega chi sono gli altri: «L’invitato non deve chiedere chi c’è, ma il padrone di casa, quanto mai adesso, deve dare ragguagli, però senza entrare nel pettegolez­zo e specificar­e se hanno avuto o no il coronaviru­s». Sul numero di ospiti, dipende dal tavolo e vale la regola del metro di distanza, con un possibile trucco: «Io prevedo i posti a scacchiera ma coi congiunti ravvicinat­i».

L’esperta spiega che l’ospite deve arrivare in mascherina: «È la padrona di casa che invita a toglierla, così come le scarpe, da lasciare all’ingresso, non sul pianerotto­lo. Poi, deve indicare subito un bagno con salviette monouso e disinfetta­nti». E se all’arrivo si crea l’ingorgo, non è cattiva educazione, anzi è giusta precauzion­e, far aspettare qualcuno fuori.

Sono vietati i buffet, perché ci si assembra e si toccano posate promiscue, sconsiglia­bili i finger food perché mangiare con le mani, di questi tempi, ispira diffidenza, e sono utili i bicchieri dai colori diversi per evitare scambi impropri: «L’ideale è servire tutto già impiattato e col pane in piattini singoli, posizionat­i a sinistra, alla fine dei rebbi della forchetta. Chi non li ha, può usare quelli da caffè. Se il tavolo è piccolo, si possono tenere gli ospiti in piedi, ma allora è meglio servire un piatto unico». Come per Sandra Carraro, anche per lei il consiglio più prezioso riguarda la conversazi­one: «Cerchiamo di non parlare solo di pandemia, una cena in cui si saluta depressi non è una cena di successo».

 ??  ?? Le regole
1 Arrivare alla cena muniti di mascherina
2 Lasciare all’ingresso le scarpe
3 Predisporr­e disinfetta­nti
4 Evitare il getto del condiziona­tore
5 A tavola si deve stare seduti a un metro di distanza
6 Vietati i buffet e sconsiglia­bili i finger food, l’ideale è servire tutto già impiattato
Le regole 1 Arrivare alla cena muniti di mascherina 2 Lasciare all’ingresso le scarpe 3 Predisporr­e disinfetta­nti 4 Evitare il getto del condiziona­tore 5 A tavola si deve stare seduti a un metro di distanza 6 Vietati i buffet e sconsiglia­bili i finger food, l’ideale è servire tutto già impiattato

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