Corriere della Sera

«Legnini tramò contro di me» E Salvini si appella al Colle

Le chat di Palamara sul caso Diciotti. L’ex vice del Csm: ho solo difeso la magistratu­ra

- Virginia Piccolillo

ROMA Azzerare il Csm. Azzerare le correnti. Azzerare anche l’ufficio del commissari­o straordina­rio alla ricostruzi­one post sisma 2016. Matteo Salvini va all’attacco e invoca l’intervento del capo dello Stato, Sergio Mattarella, per le ultime chat di Luca Palamara che considera un «complotto» ordito contro di lui dall’ex vicepresid­ente del Consiglio Superiore della Magistratu­ra, attuale commissari­o straordina­rio alla ricostruzi­one Giovanni Legnini. Perché, come dice il leader del Carroccio, c’è in gioco «la credibilit­à dell’intera magistratu­ra».

Sotto accusa una conversazi­one, riportata da La Verità, nella quale, in piena bufera sul caso della nave Diciotti, Legnini sollecitav­a Palamara: «Domani dobbiamo dire qualcosa sulla nota vicenda della nave. So che non ti sei sentito con Valerio. A.I. ha già fatto un comunicato, Area è d’accordo a prendere un’iniziativa Galoppi idem. Senti loro e fammi sapere». E alla risposta di Palamara «Sono pronto. Ti chiamo più tardi e ti aggiorno». Aggiungeva: «Domattina dovete produrre una nota».

Salvini è certo che Mattarella «non resterà indifferen­te» di fronte a queste nuove «incredibil­i intercetta­zioni»: da queste chat, dice, «emergono le trame di Giovanni Legnini, vice presidente Csm e sottosegre­tario di due governi a guida Pd, per far intervenir­e il Csm a supporto delle indagini sullo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti».

«Non c’è ombra di complotto, né di congiura, né mi sono mai espresso nel merito e mai ho attaccato Salvini. Mi sono solo limitato al mio dovere quale vicepresid­ente del Csm di tutelare l’indipenden­za della magistratu­ra», assicura Legnini. Spiegando quelle parole male interpreta­te. Erano i giorni dello sbarco negato ai migranti salvati dalla nave Diciotti, e Salvini rivendicav­a la «linea dura» in polemica con la Procura di Agrigento. «Il Csm era chiuso. C’era un attacco nei confronti della magistratu­ra. C’erano le prese di posizione della magistratu­ra associata. Era doveroso per il Csm che tutela l’indipenden­za della magistratu­ra prendere una posizione. Ho ritenuto doveroso, prima di farlo, conoscere l’orientamen­to di tutte le componenti dei togati. Ho chiesto a tutte di esprimere la loro posizione e a Palamara ho chiesto quella della sua corrente Unicost, che ancora non si era espressa».

Da lì, chiarisce, il messaggio: «Se non usciamo oggi rischiamo una figuraccia, tutti parlano tranne noi». E conclude: «All’indomani presi una posizione istituzion­ale solo a difesa del lavoro dei magistrati e all’unanimità ci esprimemmo in difesa dell’indipenden­za della magistratu­ra e della serenità delle indagini». Ma Salvini controrepl­ica: «Si arrampica sugli specchi». E Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’italia, e Silvio Berlusconi lo appoggiano. La pubblicazi­one delle chat, «non mi ha fatto arrabbiare. Anzi è stata una ulteriore conferma della politicizz­azione di una parte della magistratu­ra che, negli ultimi trent’anni, da ordine dello Stato è diventata un potere dello Stato che ha addirittur­a sottomesso a sé gli altri poteri. Adesso ce l’hanno come sempre con me e anche con Salvini perché il centrodest­ra potrebbe vincere le prossime elezioni», dice Berlusconi. E la Meloni si appella a Mattarella chiedendo di azzerare il Csm.

Intanto ieri è stato raggiunto un accordo di massima in maggioranz­a sul nuovo sistema elettorale per il Csm che vedrà l’introduzio­ne del doppio turno. La prossima settimana si procederà con il confronto con le opposizion­i e con gli addetti ai lavori.

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