«Legnini tramò contro di me» E Salvini si appella al Colle
Le chat di Palamara sul caso Diciotti. L’ex vice del Csm: ho solo difeso la magistratura
ROMA Azzerare il Csm. Azzerare le correnti. Azzerare anche l’ufficio del commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016. Matteo Salvini va all’attacco e invoca l’intervento del capo dello Stato, Sergio Mattarella, per le ultime chat di Luca Palamara che considera un «complotto» ordito contro di lui dall’ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, attuale commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini. Perché, come dice il leader del Carroccio, c’è in gioco «la credibilità dell’intera magistratura».
Sotto accusa una conversazione, riportata da La Verità, nella quale, in piena bufera sul caso della nave Diciotti, Legnini sollecitava Palamara: «Domani dobbiamo dire qualcosa sulla nota vicenda della nave. So che non ti sei sentito con Valerio. A.I. ha già fatto un comunicato, Area è d’accordo a prendere un’iniziativa Galoppi idem. Senti loro e fammi sapere». E alla risposta di Palamara «Sono pronto. Ti chiamo più tardi e ti aggiorno». Aggiungeva: «Domattina dovete produrre una nota».
Salvini è certo che Mattarella «non resterà indifferente» di fronte a queste nuove «incredibili intercettazioni»: da queste chat, dice, «emergono le trame di Giovanni Legnini, vice presidente Csm e sottosegretario di due governi a guida Pd, per far intervenire il Csm a supporto delle indagini sullo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti».
«Non c’è ombra di complotto, né di congiura, né mi sono mai espresso nel merito e mai ho attaccato Salvini. Mi sono solo limitato al mio dovere quale vicepresidente del Csm di tutelare l’indipendenza della magistratura», assicura Legnini. Spiegando quelle parole male interpretate. Erano i giorni dello sbarco negato ai migranti salvati dalla nave Diciotti, e Salvini rivendicava la «linea dura» in polemica con la Procura di Agrigento. «Il Csm era chiuso. C’era un attacco nei confronti della magistratura. C’erano le prese di posizione della magistratura associata. Era doveroso per il Csm che tutela l’indipendenza della magistratura prendere una posizione. Ho ritenuto doveroso, prima di farlo, conoscere l’orientamento di tutte le componenti dei togati. Ho chiesto a tutte di esprimere la loro posizione e a Palamara ho chiesto quella della sua corrente Unicost, che ancora non si era espressa».
Da lì, chiarisce, il messaggio: «Se non usciamo oggi rischiamo una figuraccia, tutti parlano tranne noi». E conclude: «All’indomani presi una posizione istituzionale solo a difesa del lavoro dei magistrati e all’unanimità ci esprimemmo in difesa dell’indipendenza della magistratura e della serenità delle indagini». Ma Salvini controreplica: «Si arrampica sugli specchi». E Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’italia, e Silvio Berlusconi lo appoggiano. La pubblicazione delle chat, «non mi ha fatto arrabbiare. Anzi è stata una ulteriore conferma della politicizzazione di una parte della magistratura che, negli ultimi trent’anni, da ordine dello Stato è diventata un potere dello Stato che ha addirittura sottomesso a sé gli altri poteri. Adesso ce l’hanno come sempre con me e anche con Salvini perché il centrodestra potrebbe vincere le prossime elezioni», dice Berlusconi. E la Meloni si appella a Mattarella chiedendo di azzerare il Csm.
Intanto ieri è stato raggiunto un accordo di massima in maggioranza sul nuovo sistema elettorale per il Csm che vedrà l’introduzione del doppio turno. La prossima settimana si procederà con il confronto con le opposizioni e con gli addetti ai lavori.