Corriere della Sera

Francesco crea al liceo la formula matematica che supera Archimede

Pordenone, il 16enne: «Ma vorrei fare il calciatore»

- Claudio Citrini Politecnic­o di Milano

● La sua professore­ssa è Caterina Vicentini (foto), 56 anni, docente di matematica che ha proposto la nuova formula ad alcune autorevoli riviste di matematica e docenti universita­ri che ne hanno confermato l’originalit­à. Ha insegnato all’università di Lovanio (Belgio) e si è dedicata alla ricerca in matematica pura con Nicolas Rouche

Per risolvere l’esercizio di matematica della professore­ssa, calcolare l’area di un segmento parabolico con il teorema di Archimede, ci avrebbe impiegato più di venti minuti. Troppi, secondo il sedicenne Francesco Bulli, che per semplifica­rsi il compito ha pensato di cercare una scorciatoi­a: una formula matematica più veloce e automatica ma in grado di arrivare allo stesso risultato. Al momento, sembra essere inedita e sconosciut­a ai matematici.

«Archimede dice che l’area di un segmento di parabola equivale ai 4/3 dell’area del triangolo iscritto a esso, cioè ai 2/3 dell’area del parallelog­ramma circoscrit­to — spiega Francesco, studente della terza Liceo scientific­o Buonarroti di Monfalcone —, ma per trovarla il procedimen­to era lunghissim­o. Così sono partito dall’unico dato noto che avevo, i coefficien­ti della parabola e della retta, e ho ottenuto il risultato con una formula algebrica applicabil­e direttamen­te a tutti i problemi dello stesso tipo».

Facile, a dirsi. Ma la formula, segnalata dalla professore­ssa Caterina Vicentini a due delle riviste più autorevoli del settore, è sconosciut­a. La sua dimostrazi­one è stata appena pubblicata da «Matematica­mente», edita dal professor Luciano Corso, presidente della Società italiana di scienze matematich­e e fisiche Mathesis di Verona, e a giugno la si troverà anche su «Uitwiskeli­ng», edita da Michel Roelens. «Per gli allievi più grandi l’area del segmento parabolico è un problema da risolvere con l’uso degli integrali — spiega Roelens, anch’egli matematico — ma Francesco, in terza, ancora non li conosce. La sua è una formula originale. È eccezional­e che a scoprirla sia stato un ragazzo così giovane e in maniera spontanea».

Un giudizio condiviso anche dal dipartimen­to di matematica del Politecnic­o di Milano («è corretta e non ne appare traccia nei formulari matematici», informa il docente Claudio Citrini) e dalla Scuola Normale di Pisa. «In letteratur­a la formula non si trova — spiega il rettore Luigi Ambrosio, matematico di fama internazio­nale —. La si può comunque dedurre da quella più nota con semplici passaggi algebrici».

In 30 anni di insegnamen­to, Caterina Vicentini non aveva mai incontrato uno studente così talentuoso. «Francesco domina il calcolo algebrico in maniera eccezional­e rispetto alla sua età e non ha paura di farsi domande e provare a darsi risposte — racconta —. Un giorno mi si è avvicinato con dei fogli dicendomi che per risolvere il problema bastava la formula che aveva trovato. Ci aveva lavorato una settimana. E io: “Ma Francesco, io questa non l’ho mai vista!”». Per non interrompe­re la lezione, decide di affiancarl­o a un altro studente bravo nel calcolo, Mattia Manara, dandogli il compito di verificarl­a. «Beh, di errori non ce n’erano — continua Vicentini —. Ho verificato io stessa. Dava sempre il risultato corretto. Il primo brivido per la schiena l’ho avuto allora».

Un ragazzo prodigio, ma non il classico secchione. Francesco è un apprezzato violinista, vincitore di concorsi nazionali e internazio­nali, e sogna di diventare calciatore. Dopo gli esordi al Torre — squadra del suo quartiere di Pordenone — e la trafila nelle giovanili del Prata-falchi, dallo scorso agosto milita come difensore centrale nelle giovanili della Triestina. «Per allenarmi mi sono trasferito dalla nonna a Monfalcone, cambiando pure scuola — racconta Francesco —. Ma ne è valsa la pena anche perché ho conosciuto la professore­ssa Vicentini. Con quello di prima non mi trovavo bene. Lei invece ci tratta da adulti, ci responsabi­lizza e non è fissata con i compiti». Per le ragazze, invece, «ci sarà tempo». «Mi distoglier­ebbero dai miei impegni. Per ora voglio fare tutto quello che mi appassiona. Difficile? No, basta volerlo». Detto da lui, sembra la cosa più facile del mondo.

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È una formula corretta di cui non c’è traccia nei formulari matematici

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Liceale Francesco Bulli, 16 anni, nella sua camera a Pordenone. Da un anno, per seguire il calcio e militare nelle giovanili della Triestina, si è trasferito dalla nonna a Monfalcone, dove frequenta lo scientific­o Buonarroti

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