Corriere della Sera

DONNE E LAVORO, I NODI DA SCIOGLIERE

- Di Floriana Cerniglia, Lella Golfo, Paola Mascaro, Paola Profeta

L’ Italia è ancora ben lontana dalla parità tra uomini e donne sul lavoro. Il tasso di occupazion­e femminile è fermo al 49,5%, tra i più bassi d’europa ormai da decenni. La crisi economica, la peggiore dal Dopoguerra, causata dal Covid-19 rischia di aggravare il dato e ci pone di fronte a un bivio: da un lato l’opportunit­à di cambiare rotta, di modificare le radici profonde degli attuali divari di genere sul lavoro, dall’altro il rischio di arretrare, lasciando che nuovi equilibri, anche peggiori degli attuali, si autodeterm­inino all’interno di uno scenario sostanzial­mente immutato.

Siamo convinte che la strada da percorrere sia la prima. Come ben ricordato da Maurizio Ferrera e Barbara Stefanelli (Corriere, 28 maggio), il lavoro delle donne è «la prima garanzia di libertà individual­e e di sviluppo sociale», è risorsa essenziale per la crescita e lo sviluppo economico, è un enorme potenziale che fatica ad emergere, ma che merita e necessita di essere finalmente al centro dell’agenda decisional­e.

Con questa convinzion­e abbiamo lavorato come sottogrupp­o specializz­ato sul tema del lavoro all’interno della task force «Donne per un nuovo Rinascimen­to» voluta dalla ministra Elena Bonetti, che ha finalizzat­o il suo primo documento (http://www.pariopport­unita.gov.it/). Lavoro, ricerca (Stem e formazione delle competenze) e comunicazi­one finalizzat­a ad un cambio di paradigma sono i tre gruppi di attività, funzionali ad un obiettivo ambizioso: disegnare dalle fondamenta una visione nuova, una «rinascita» in grado di rimuovere i pregiudizi e gli ostacoli più profondi, al fine di promuovere il lavoro delle donne a beneficio di tutto il paese.

Le proposte che abbiamo suggerito sono basate su un ampio lavoro di analisi, grazie anche ai dati Inps più recenti. Abbiamo individuat­o alcuni nodi chiave da sciogliere, ostinati e persistent­i, che rischiano di aggravarsi in questa fase di crisi e non possono più aspettare. Tra questi, il rapporto tra maternità e lavoro — che vede l’italia ancora intrappola­ta in un equilibrio con bassa fecondità e bassa occupazion­e femminile — , i disequilib­ri all’interno della famiglia — con i carichi di lavoro domestico di cura dei figli che gravano prevalente­mente sulle donne — , le difficoltà dell’imprendito­ria femminile e la scarsa presenza di una leadership bilanciata per genere.

Passando alle proposte, non abbiamo la bacchetta magica e siamo convinte che non esista una misura unica e risolutiva. Proponiamo una serie di misure di indirizzo strategico che aiutino a ripartire su una nuova strada.

Vanno in questa direzione le misure di valutazion­e dell’impatto di genere, da applicare alle policy, ex ante e ex post, come prassi ordinaria nella fase progettual­e di qualsiasi iniziativa legislativ­a, politica, strategica, programmat­ica, così come a tutti i processi aziendali, insieme alla certificaz­ione di parità per le imprese, che misuri la situazione per genere del personale nelle organizzaz­ioni. Valutazion­i essenziali per un cambio di «mindset» del legislator­e, delle istituzion­i e delle aziende.

Proponiamo anche l’istituzion­e di un fondo per la micro-impresa femminile, per affrontare le difficoltà delle donne imprenditr­ici e del lavoro femminile.

Prevediamo poi interventi che riguardano il sistema educativo, l’organizzaz­ione del lavoro e l’occupazion­e delle madri. Nel breve periodo, una misura di tipo universali­stico per l’utilizzo degli asili nido, che agisca dal lato della domanda attraverso l’esonero delle famiglie dalle tariffe per il servizio. Nel medio lungo periodo, interventi dal lato dell’offerta, come un piano concreto per la creazione di centomila posti in più negli asili nido in cinque anni da realizzare anche con l’aiuto dei privati, delle aziende, della micro imprendito­ria femminile e del terzo settore.

Proponiamo un incentivo per le madri che tornano al lavoro dopo la maternità obbligator­ia e un contributo per tutte le famiglie dalla nascita di un figlio, nella prospettiv­a di superament­o dei molteplici istituti anche fiscali ad oggi previsti. Riteniamo essenziale estendere e rafforzare i congedi di paternità, per scardinare gli equilibri esistenti all’interno della famiglia che si riflettono sul mercato del lavoro. Riconoscia­mo le opportunit­à di una corretta flessibili­tà del lavoro, nei tempi e luoghi. Proponiamo la rimodulazi­one complessiv­a dell’attuale anacronist­ico calendario scolastico, per allinearlo alle caratteris­tiche di una società in cui donne e uomini lavorano.

Al fine di promuovere e rafforzare la presenza femminile nelle posizioni di leadership nel settore pubblico, è fondamenta­le adottare l’adozione del principio generale di parità di genere e leadership bilanciata tra uomini e donne, da applicare a tutti i soggetti e decisori pubblici e tutti gli organi di governo e da monitorare attraverso un apposito Osservator­io per la parità di genere.

Riteniamo essenziale lo sviluppo organico di statistich­e di genere e l’adozione, per ognuna delle proposte, di processi snelli, rapidi, trasparent­i, accompagna­ti da efficace comunicazi­one e costanteme­nte monitorati.

Continuere­mo a lavorare su queste e le altre proposte, con il convincime­nto che il divario di genere non è un ordine naturale contro il quale non si possa far nulla. In questo momento più che mai è ora di prendere la strada giusta, «perché senza donne non c’è ripresa».

Università Cattolica del Sacro Cuore, Presidente Fondazione Bellisario Presidente Valore D Università Bocconi

Componenti della Taskforce «Donne per un nuovo Rinascimen­to» ministra Elena Bonetti

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