Spadafora (Confapi): la Lombardia centrale per la ripartenza
«Da una situazione straordinaria ci si dovrebbe aspettare un piano di ripartenza altrettanto straordinario ma con una visione prospettica a lungo raggio soprattutto per le generazioni future che altrimenti si troveranno ad affrontare un’esposizione debitoria molto gravosa». Per l’avvocato Nicola Spadafora, presidente di Confapi Milano, l’associazione delle piccole e medie imprese, la ripartenza «deve essere orientata al futuro investendo innanzitutto con forza e coraggio sull’impresa privata, in quanto soggetto capace di generare lavoro, reddito e sviluppo. Consapevoli del difficile momento di crisi, ed essendo Milano nella regione più colpita a livello nazionale dalla pandemia, ci siamo permessi come territoriale della nostra confederazione di puntare l’accento sulla necessità di ripartire da questi territori». «La Lombardia pesa circa il 60% della produzione industriale italiana e ha un residuo fiscale (almeno fino a quest’anno) di 54 miliardi», ha detto il presidente insieme al direttore generale di Confapi, Antonio Maria Leonetti. «Il tema europeo è all’ordine del giorno ma sentiamo spesso parlare di limiti, di ciò che l’europa ci chiederà in cambio — ha commentato Leonetti —. Queste risorse possono essere un’occasione epocale per ridisegnare il nostro Paese. Non dobbiamo considerare le esigenze che avevamo prima che ci colpisse il Covid ma bisogna partire da ciò che il Covid ci ha insegnato. Queste risorse sono un’occasione straordinaria». Fondamentale è garantire il livello occupazionale perché «senza futuro per il lavoro, non c’è futuro neanche per famiglie e imprese. Bisogna puntare sull’impresa privata. Non possiamo più contare sull’assistenza dello Stato. L’impresa deve essere il motore del Paese». Serve «una nuova visione della mobilità, capace di collegare le 12 province lombarde in un tempo congruo alla terza regione più produttiva d’europa».