Corriere della Sera

L’ex generale capopopolo: «Lotto contro i radar, le onde e le mascherine»

Antonio Pappalardo, leader dei gilet arancioni: «Vivo con la pensione da militare: 3.800 euro. Il mio movimento non ha un centesimo» «Domani pomeriggio nuova manifestaz­ione a Piazza del Popolo»

- di Fabrizio Roncone

Al cellulare del generale Antonio Pappalardo risponde da Bari un suo scagnozzo che cincischia un po’, dice che non hanno tempo da perdere, la manifestaz­ione sotto la prefettura è appena finita e c’era un sacco di gente, sbuffa, si fa richiamare, sbuffa ancora e alla fine, vagamente tronfio, annuncia: «D’accordo, ora glielo cerco...». Poi rumore di passi in sottofondo, e lo scagnozzo che sussurra: «Generale, c’è Luca Ronconi in linea».

Il generale: «Ma che onore... addirittur­a Luca Ronconi!» (okay, capito: cominciamo male).

No, generale: a parte che Luca Ronconi, il famoso regista, è deceduto cinque anni fa, io sono Fabrizio Roncone del Corriere.

Lui (deluso): «Mhmm... sì sì, certo, non fa niente».

(Ex carabinier­e, ex sindacalis­ta, ex parlamenta­re, ex sottosegre­tario alle Finanze, candidato in proprio o per conto terzi, ma sempre fondamenta­lmente capopopolo e agitatore in un miscuglio di complottis­mo e populismo, prima con il movimento dei Forconi, poi durante la rivolta dei Tir, un po’ no vax, un po’ no euro, e adesso vestito come quel barman che compare nella pubblicità dello spritz, con la giacca arancione, la cravatta arancione, perché l’ultima invenzione di Antonio Pappalardo per scendere in piazza e continuare a sentirsi vivo e tosto a 73 anni, è proprio il Movimento dei gilet arancioni, cugini — ha spiegato convinto ai tigì — dei gilet gialli francesi).

Sua moglie cosa dice?

«Guardi: a parte che siamo separati, ma mia moglie mi stima tantissimo. Perché mi fa questa domanda?».

Perché lei, generale, sostiene tesi bizzarre.

«Tipo?».

Tipo che esiste.

il Covid-19 non

«Infatti: non esiste. È un’invenzione. Un bluff organizzat­o. Vogliono terrorizza­rci, chiuderci in casa e instaurare un nuovo ordine mondiale».

Quando ha sentito sua moglie l’ultima volta?

«Lasci stare: anche mia figlia mi stima molto. Del resto, scusi: è evidente che il problema del nostro pianeta non è certamente questa specie di stupida influenza chiamata Coronaviru­s, utilizzata dalle grandi potenze per sottomette­rci. Il male del pianeta sono le micidiali radiazioni elettromag­netiche. Troppi radar, troppe antenne».

d Dobbiamo cominciare a stamparci una nuova moneta, su questo anche Draghi è d’accordo con me: l’ho incontrato a Città della Pieve in un vicolo e gliel’ho chiesto

A manifestar­e con i suoi gilet arancioni, a Roma, c’erano i fascisti di Casapound.

«Che domanda è?».

Non è una domanda. È un fatto.

«Ho già chiarito: noi siamo una cosa diversa. Detto questo: non è colpa mia se la gente è arrabbiata, e non capisce. Ma lo sa che a Bergamo e Brescia stavano bruciando i cadaveri? Questa cosa voi giornalist­i non l’avete scritta perché...».

Perché è una sciocchezz­a. Lei sta dicendo una sciocchezz­a.

«Non le permetto di...».

Si calmi. A Milano e a Roma e in molte altre città avete manifestat­o senza rispettare le distanze, e nessuno indossava la mascherina. Vi hanno, giustament­e, denunciato.

«Giustament­e? Ma lo vogliamo dire, una volta per tutte, che le mascherine sono dannose?».

Lei continua a dire sciocchezz­e. Chi le dà i soldi per dirle e organizzar­e i suoi movimenti?

«Nessuno. Non abbiamo un centesimo. Io vivo con la mia pensione di generale, 3.800 euro al mese, e ho pure rinunciato al vitalizio, che pure erano altri 1.200 euro, eh».

Lei è contro i vaccini.

«Fanno male. Sono pieni di veleni. Contro questo Coronaviru­s molto meglio un bell’antibiotic­o, un bell’antinfiamm­atorio».

Da anni lei si diverte con provocazio­ni eversive.

«Sa qual è la verità? Voi giornalist­i, e dico tutti, da quelli del Tg5 a Travaglio, tutti siete prevenuti nei miei confronti. Pensi che, una volta, una sua collega mi definì golpista. E solo perché io sono un ex carabinier­e che vorrebbe far rispettare le leggi. Tra l’altro: con l’arma non ho più contatti, forse qualche generale può essere invidioso, però quando le pattuglie m’incontrano, beh, vedo gli occhi dei ragazzi illuminars­i. Perché sanno come io vorrei cambiare le cose».

Vorrebbe anche uscire dall’euro.

«Dobbiamo cominciare a stamparci una nuova moneta.

Leader Antonio Pappalardo, 73 anni, generale dell’arma in pensione l’altro ieri a Milano

Pensi che pure Draghi mi ha detto che è d’accordo».

Non ci credo.

«Giuro. L’ho incontrato la scorsa estate a Città della Pieve. Lo vedo in un vicolo, gli vado incontro, e gli chiedo: posso cominciare a far stampare una nuova moneta? Allora lui mi guarda serio, e mi risponde: “Sì sì, certo che può”. Draghi ha capito che io non sono un politicant­e, ma un artista delle idee e della musica. Del resto: lei lo sa, vero?».

Cosa?

«No, dico: io sono uno dei più grandi musicisti del mondo. Le mie opere sono state eseguite in luoghi dove avevano accettato solo Mozart e Beethoven. In Vaticano sono considerat­o un genio illuminato da Dio. Anzi: le anticipo che la segreteria del Presidente Trump mi ha chiesto di comporre qualcosa in suo onore...».

Conferma la manifestaz­ione di domani, a Roma, in piazza del Popolo?

«Confermo. La mattina ci saranno Salvini e Meloni, il pomeriggio arriveremo noi»

(L’ultima volta che il generale Pappalardo manifestò a Roma con le sue brigate fu tre anni fa. Davanti a Montecitor­io. Striscioni, cori, pentolacce. Quel fuoriclass­e di Alessandro Di Battista li vide e pensò che fosse un sit-in grillino. Così si mise a cavalcioni sulle transenne e, con un megafono, prese ad arringare la folla. Che però, dopo qualche istante di stupore, iniziò a ondeggiare minacciosa. «Buuuu!» «Imbecille!» «Che fai? Provochi?». Dibba, a capo chino, e passi veloci, fu costretto a rifugiarsi in Transatlan­tico).

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Io sono uno dei più grandi musicisti al mondo. Le mie opere sono state eseguite dove avevano accettato Mozart e Beethoven. In Vaticano mi consideran­o un illuminato

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