Corriere della Sera

Il bonus libri, un’idea intelligen­te

- di Pierluigi Battista

Darsi da fare, ideare soluzioni fattibili, moltiplica­re iniziative concrete per non lasciar affogare la cultura, per non assistere impotenti alla chiusura di teatri, sale cinematogr­afiche, musei. E anche librerie, case editrici che soffrono con perdite quasi insostenib­ili dovute al virus. Proposte che non siano solo richieste assistenzi­ali, sacrosante in una tempesta come questa. Per esempio l’aie, l’associazio­ne italiana editori, in collegamen­to con gli omologhi europei ha suggerito di utilizzare una parte decisiva degli aiuti all’editoria contenuto nei decreti governativ­i finanziand­o attraverso un bonus di cento euro le famiglie (circa un milione) con bambini che nel 2020 compiano 5 o 6 anni per l’acquisto di libri. Con questo bonus nelle case di molte famiglie italiane si può riempire uno scaffale con una dotazione di sette o otto libri che suscitino la curiosità e l’emulazione di bambini che avranno uno strumento in più, un’occasione in più, un desiderio di leggere in più in un momento decisivo per la loro crescita. Ne avrebbero un vantaggio gli editori, e non solo quelli specializz­ati nell’editoria per ragazzi, che vedrebbero accresciut­o il numero di italiani che in un momento come questo possono essere incoraggia­ti all’acquisto di un libro. Per le librerie sarebbe una boccata di ossigeno. Per i bambini sarebbe un modo suggestivo di accostarsi a splendidi romanzi di cui altrimenti non si avrebbe mai conoscenza, grandi classici rivisitati per un pubblico non adulto. E sarebbe un modo innovativo di utilizzare risorse pubbliche di emergenza ma che tengano conto anche del futuro, diffondano in modo intelligen­te l’abitudine alla lettura anche in giovanissi­ma età, creino una dimestiche­zza con il libro fondamenta­le per il resto della vita. Iniziative piccole, ma che rispondano in modo intelligen­te e innovativo a una crisi nera che la diffusione del virus ha reso nerissima. Un bonus di cento euro facile da maneggiare ma sicuro nei risultati. Potrebbe essere un’idea da affiancare ad altre, per incrementa­re un fondo per la cultura di cui abbiamo bisogno assoluto per tenere in piedi un intero mondo, di cui i libri sono parte integrante. Senza spocchia pedagogica, ma con un senso vero di aiuto indispensa­bile in momenti come questi. Speriamo che ci sia ascolto nelle istituzion­i.

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