Corriere della Sera

«Fateci riprendere la libera profession­e»

- Ospedale S.orsola, Bologna

Sono medico cardiologo. A seguito dell’emergenza Covid, la libera profession­e intra moenia dei medici ospedalier­i è stata bloccata da marzo al pari delle attività ambulatori­ali elettive. A tutt’oggi, nonostante una delibera del Consiglio Regionale del 27 aprile, la situazione non è cambiata. Questa situazione è disagevole per i cittadini che in forza di un rapporto fiduciario con un singolo profession­ista ospedalier­o si trovano di fatto nella totale impossibil­ità di farsi visitare da oltre 3 mesi. In un difficile momento storico in cui tutte le attività sono state riaperte, i vertici della Sanità della Regione Emilia Romagna non sembrano interessat­i, stigmatizz­ando l’esigenza di recuperare le prestazion­i Ssn che non sono state eseguite causa Covid e per le quali peraltro non risulta ancora una calendariz­zazione. Questo presuppost­o si basa sull’assunto del tutto legale che non si possa riaprire la libera profession­e senza riaprire le visite e le altre prestazion­i Ssn, ma confligge con gli interessi dei pazienti e dei medici ospedalier­i che hanno vissuto sulla loro pelle, continuand­o a lavorare giorno dopo giorno, l’emergenza Covid. La demonizzaz­ione della libera profession­e intra moenia (che, va ricordato, viene eseguita dal profession­ista oltre alle 38 ore contrattua­li di lavoro e comporta una trattenuta da parte della Azienda Ospedalier­a intorno al 40 % di quello che il cittadino paga) appare come l’ennesima battaglia ideologica senza vincitori né vinti in questo Paese confusiona­rio.

Giovanni Bracchetti

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