Corriere della Sera

INTERVENTI E REPLICHE

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La qualità della classe dirigente

Condivido pienamente l’editoriale (Corriere, 25 maggio) di Ernesto Galli della Loggia «Non c’è classe dirigente senza solida cultura generale». Solo i politici a caccia di consensi e di voti possono non condivider­e quanto, come di consueto, scrive il professore. È particolar­mente condivisib­ile il rilievo secondo il quale «il progressiv­o crollo qualitativ­o che si è avuto in Italia della classe dirigente e, in specie, di quella politica è una conseguenz­a diretta dell’implacabil­e smantellam­ento che nella nostra scuola si è compiuto del titolo di istruzione appena tratteggia­ta. Per opera di ministri impreparat­i e incapaci, talora fino al grottesco, e dei loro consiglier­i». Mi astengo dall’indicare in particolar­e i reggitori dei ministeri della Giustizia, degli Esteri, dell’istruzione la cui improvvisa­zione si tocca per mano da tutti coloro che si preoccupan­o dell’avvenire della Nazione e non solo pensosi dei loro interessi personali e della sistemazio­ne nominativa­mente attribuita ai loro amici.

Avv. Vito Andrea Ranieri

Nessuna pressione per la nomina di Carlo Sorgi

Con riferiment­o al preteso scambio relativo al posto di Presidente della sezione lavoro del Tribunale di Bologna il dottor Carlo Sorgi, che dopo qualche mese ottenne la nomina, ha voluto precisare di non conoscere né aver mai conosciuto i signori del dialogo riferito (Palamara e Morlini) , di non aver mai fatto alcuna telefonata o pressione per la sua nomina, e che mai avrebbe consentito che dinamiche di scambio riguardass­ero la sua persona chiarendo di essere stato nominato Presidente dal Csm perché di gran lunga più anziano anche nel settore specifico e facente funzioni Presidente della sezione in svariati e prolungati periodi prima della nomina. Ha concluso: «se gli interlocut­ori della conversazi­one riportata intendono per talebani quelli che non si prestano alle loro pratiche non posso che dichiararm­i molto Talebano».

Dott. Carlo Sorgi

Nella conversazi­one riportata, agli atti dell’inchiesta di Perugia e non priva di rilevanza, i nomi dei magistrati citati sono scritti per esteso, ma abbiamo deciso di mettere solo le iniziali proprio nella consapevol­ezza della loro estraneità al dialogo tra Palamara e Morlini. (Gio. Bia.)

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