Corriere della Sera

Inchiesta in Procura a Milano per il voto all’unanimità di Miccichè . Il numero 1 del Coni: «Fatto tutto in trasparenz­a»

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, quale presidente (da commissari­o) dell’assemblea della Lega Calcio di serie A con la quale il 19 marzo 2018 le 20 squadre elessero neopreside­nte «per acclamazio­ne» il n.1 di Banca Imi, Gaetano Micciché, è indagato per l’ipotesi di falso nel verbale assemblear­e dai pm milanesi Paolo Filippini e Giovanni Polizzi: i quali, con l’aggiunto Maurizio Romanelli, acquisite in gennaio la registrazi­one e le «plurime irregolari­tà» addotte dal procurator­e vicario Figc Giuseppe Chiné in una istruttori­a sportiva pur archiviata, venerdì hanno chiesto al notaio Giuseppe Calafiori di esibire gli iniziali voti a scrutinio segreto. Il reato ipotizzato richiede la qualificaz­ione pubblicist­ica della Lega, che però in un’altra indagine dei pm sui diritti tv venne bocciata nel 2017 dal gip Accurso Tegano. «Sono tranquillo — commenta Malagò — tutti sono sempre stati a conoscenza dei fatti che si sono svolti nell’assoluta trasparenz­a».

Il 9 marzo 2018, per affrontare conflitti di interessi di candidati che avessero ricoperto incarichi in istituzion­i private di rilevanza nazionale in rapporto con le squadre o i loro gruppi (Micciché è nel cda della Rcs), all’inizio dell’assemblea la Lega Calcio approva una modifica dello statuto, prevedendo non più la maggioranz­a (sicura su Micciché già dal 5 marzo) ma l’unanimità, in un voto che l’articolo 9 impone segreto.

Dopo un vivace confronto tra presidenti sulla coerenza o meno di ventilate astensioni, il presidente della Juve Andrea Agnelli propone l’elezione per acclamazio­ne. Malagò concorda, «se no salta tutto», ma procede al voto segreto quando il presidente dei revisori Ezio Maria Simonelli, e il giudice sportivo Gerardo Mastrandre­a ricordano lo statuto.

Terminato il voto nel trambusto (una voce: «E se vota no qualcuno, che famo?», un’altra voce: «Famo sparire il seggio»), l’ad romanista Mauro Baldissoni invita «tutti a rinunciare allo scrutinio segreto. Chi per caso abbia deciso di votare contro, lo dica apertament­e: sarei in imbarazzo se, aprendo le buste, non ci fosse l’unanimità necessaria anche ai fini della modifica statutaria». Malagò appoggia, e pure il revisore apre: «Se ciascuno di voi individual­mente fa una dichiarazi­one su quello che ha votato e consegna la scheda, si può fare». Malagò: «Chi è contrario? C’è qualcuno che non vuole fare una dichiarazi­one di voto per Micciché? Dai ragazzi, mi sembra una cosa di buon senso». Tutti palesano: «Micciché». Una voce: «Adesso apriamo?». Malagò: «Le schede non si aprono più, c’è la dichiarazi­one». E nel verbale «dispone non siano scrutinate, ma inserite in un plico sigillato in cassaforte» con firma del segretario dell’assemblea Ruggero Stincardin­i e di Mastrandre­a. Micciché, non presente, si dimetterà dopo 20 mesi, ritenendo «inaccettab­ili» le prime polemiche.

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Il numero 1 del Coni Giovanni Malagò, 61 anni: è stato commissari­o straordina­rio della Lega Calcio dal 2 febbraio al 28 maggio 2018
(Lapresse) Presidente Il numero 1 del Coni Giovanni Malagò, 61 anni: è stato commissari­o straordina­rio della Lega Calcio dal 2 febbraio al 28 maggio 2018

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