«Arrestate tutti o farete la figura degli idioti»
Il presidente ai leader degli Stati: «Non fate gli idioti». La Casa Bianca blindata dagli agenti
«Se non reagite con la forza, se non dominate la situazione, diventerete lo zimbello del mondo: state già facendo la figura degli idioti»: il presidente Donald Trump invita i governatori ad usare il pugno di ferro davanti alla protesta.
NEW YORK «Se non reagite con la forza, se non dominate la situazione, diventerete lo zimbello del mondo: state già facendo la figura degli idioti». È un Donald Trump furioso quello che ha affrontato ieri mattina in videoconferenza i governatori degli Stati americani alle prese con proteste diurne che di notte diventano esplosioni di guerriglia urbana ormai diffuse in decine di città americane: disordini che, in qualche caso, fanno temere vere e proprie sommosse.
Trump, mai tenero nei giudizi, è da mesi in polemica coi governatori per la gestione della crisi del coronavirus. Ora, ad alzare la temperatura c’è lo spettacolo di violenze e distruzioni che scoppiano qua e là. Il presidente, da sempre deciso a proiettare un’immagine di forza e superiorità degli Stati Uniti in tutto il mondo, oggi è alla guida di un Paese in balìa di bande di saccheggiatori notturni. E allora arriva l’eruzione di rabbia, coi concetti di ordine pubblico e convivenza civile ridotti alla nozione di dominazione: «Idioti, se non siete capaci di dominare perdete il vostro tempo e vi rendete ridicoli davanti al mondo».
Poi Trump ha preso di mira quelli che, dice, sono i veri registi della rivolta: «Altro che gruppi della supremazia bianca: questa è opera degli Antifa che noi dichiareremo organizzazioni terroriste». In effetti questi nuclei della sinistra radicale e ribelle si sono moltiplicati e sono molto attivi nelle scene degli scontri, ma i gruppi genericamente definititi antifascisti non hanno una struttura ben definita e identificabile.
Comunque ormai i focolai sono ovunque e i governatori messi sotto accusa da Trump non se ne stanno proprio con le mani in mano, visto che Del resto la tempesta ha investito anche la capitale con scontri tutte le notti davanti alla Casa Bianca, 60 agenti del servizio segreto (gli addetti alla sicurezza del presidente) feriti, e Trump che venerdì notte è stato costretto, per precauzione, a riparare con Melania e il figlio Barron nel bunker sotterraneo costruito durante la Seconda guerra mondiale.
Non è chiaro se sia tornato nel bunker anche domenica
26 ben 26 Stati hanno chiesto Gli Stati che hanno chiesto l’intervento della Guardia nazionale per tenere sotto controllo le violente proteste l’intervento della Guardia nazionale.
notte, quando la protesta, ordinata di giorno, con le tenebre è diventata la copertura dei gruppi violenti che hanno incendiato anche la cripta della chiesa dei presidente, in Lafayette Square.
Il perimetro della Casa Bianca è stato difeso da guardie federali, ma la portavoce del presidente se l’è presa con la sindaca (nera) di Washington, Muriel Bowser: «Ha proclamato il coprifuoco ma solo dalle undici di sera a differenza di altre città che hanno cominciato molto prima e alle dieci si è scatenata la guerriglia con l’incendio della chiesa». Ieri sera il coprifuoco nella capitale è stato anticipato alle sette di sera, quando il sole è ancora alto. Servirà? Vedremo. Così come vedremo cosa succederà venerdì in Maine. Il governatore aveva invitato Trump a rinviare la sua visita, visto il clima infuocato. Il presidente ha acceso un altro cerino: «Andrò proprio perché mi chiedono di non farlo».
Mick, Keith, Charlie e Ronnie stanno con tutti coloro che si oppongono al razzismo, alla violenza o al bigottismo Mick Jagger leader dei Rolling Stones
Il punto è soltanto uno: questo Paese è stato costruito sui corpi dei neri uccisi Spike Lee regista