Centrodestra, maxi bandiera e 300 militanti per la piazza «distanziata»
ROMA Un 2 giugno senza parata, ma non senza politica. È quello che si prospetta per oggi, a metà tra l’istituzionale — il capo dello Stato Mattarella e il premier Conte renderanno il loro omaggio all’altare della Patria — e la presenza di partito, visto che il centrodestra unito, a poche centinaia di metri di distanza, celebrerà «l’italia che non si arrende».
Sarà una manifestazione «simbolica» quella di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani che faranno sentire la voce dell’opposizione e «dei tanti italiani che vogliono essere ascoltati». Alle 10 un enorme tricolore di 500 metri — bandierone tradizionale già esposto da FDI — sarà sollevato da 300 militanti dei tre partiti da piazza del Popolo a Largo dei Lombardi, dove da una sorta di «gabbia» di protezione i tre pronunceranno interventi con accenti diversi ma un unico intento: porsi come rappresentanti delle categorie e degli elettori che non si riconoscono nell’azione del governo in risposta alla crisi post-covid.
Non è prevista partecipazione popolare: Giorgia Meloni dà appuntamento ai militanti il 4 luglio per un vero evento di piazza. Questa invece vuole essere — a Roma come in altre 70 piazze d’italia — una «manifestazione sicura» senza presenza fisica che violi le regole del distanziamento perché «non vogliamo dare alcun alibi al governo per giustificare i suoi fallimenti», e la richiesta ai simpatizzanti è di «aiutarci a diffondere le immagini delle iniziative che pubblicheremo».
Per evitare assembramenti i tre leader — dopo che è stata respinta la richiesta di posare una corona all’altare della Patria — si limiteranno ai discorsi, e i messaggi mandati ai dirigenti locali sono chiari: evitare eventuali infiltrazioni, che siano gilet arancioni (che dovrebbero tenere un sit-in nel pomeriggio) o anche agitati fan. Si vedrà se l’invito verrà rispettato, ma l’intenzione è quella di lanciare ciascuno un messaggio al proprio elettorato di riferimento: più duro Salvini, più sociale Meloni,
più moderato Tajani, che si muoverà sulla linea già annunciata da Berlusconi (che in serata interverrà al telefono da Bruno Vespa): «Sottoscriviamo gli appelli lanciati da Confindustria e dalle altre categorie produttive», e dunque sì al Mes «che sarebbe assurdo non richiedere» e a ogni risorsa messa a disposizione dall’europa. Differenziazione che si ritroverà in campagna elettorale, ma che non sembra per ora mettere a rischio la coalizione.
Ma il 2 giugno sarà celebrato simbolicamente anche dal Pd, con una sorta di «piazza mediatica» su Facebook aperta dalle 11 da Dario Franceschini, mentre Nicola Zingaretti sarà all’ospedale Spallanzani per un concerto dedicato agli operatori sanitari. Niente presenze e cortei invece in molte città italiane, e c’è polemica a Venezia dove per decisione del prefetto è stato vietato all’anpi di partecipare alle celebrazioni ufficiali.