Corriere della Sera

Contagi, il dato più basso dal 26 febbraio: 178

In Lombardia solo 50 nuovi positivi (8 a Milano) Ma nella regione quasi 9 mila tamponi in meno Calano ancora i morti: 60. Altre 828 persone guarite

- Mariolina Iossa

Alla vigila della circolazio­ne libera tra le regioni, i dati dell’epidemia sono incoraggia­nti. Calano i contagi e diminuisce il numero dei morti. E, per la prima volta, i nuovi casi sono più numerosi in Liguria (+56) che in Lombardia (+50), regione quest’ultima che ha sempre guidato la tabella della Protezione civile. In Liguria in realtà l’impennata è dovuta, spiega il governator­e Toti, a un cluster che si è verificato in una Rsa: dei 56 contagiati, 29 sono ospiti e personale della «Santa Marta». «È un cluster importante — ha detto il governator­e — ma è ovviamente isolato e non rientra nella circolazio­ne del virus in comutampon­i nità».

Positive al tampone ieri sono risultate 178 persone in più in tutta Italia rispetto a domenica, ed è il dato più basso dal 26 febbraio, il giorno prima erano 355. In Lombardia soltanto 50, come detto, anche se va detto che i tamponi effettuati nella regione sono stati 3.572 contro i 12.427 di domenica. Il rapporto tra e numero di positivi trovati tuttavia non è alto: siamo all’1,4%, era leggerment­e superiore il giorno prima, 1,7%. Tolti i 50 della Lombardia e i 56 della Liguria, nel resto del Paese i casi in più sono stati soltanto 72.

I morti registrati sono 60 (75 domenica), e di questi i lombardi sono 19. I guariti sono 848 in più rispetto al giorno prima (in Lombardia 166), mentre i positivi attuali di cui si ha certezza sono 41.367 (-708 casi in meno di due giorni fa), in Lombardia sono 20.861 (-135). A Milano città si sono registrati ieri soltanto 8 nuovi casi.

Il via libera governativ­o alla circolazio­ne tra regioni trova dunque conferma nei dati ufficiali, ma c’è chi avanza dei dubbi. Gli accademici dei Lincei, in un comunicato, scrivono che «i dati che l’istituto superiore di sanità e la Protezione civile rendono pubblici sono estremamen­te scarsi: in questo modo la comunità scientific­a nel suo insieme non è in grado di fare valutazion­i affidabili».

Questo perché, ad oggi, secondo l’accademia dei Lincei, «un solo gruppo di scienziati è in possesso dei dati necessari per fare le analisi». Di qui l’appello alla politica e al comitato tecnico: «È il momento di pianificar­e una condivisio­ne dei dati concertata con la comunità scientific­a». Soprattutt­o in vista di possibili nuove ondate.

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