«Ora i nonni potranno conoscere il loro nipotino»
Da quando è nato il bambino i miei hanno imparato a fare le videochiamate, ma il piccolo lo hanno visto solo in video
«Il 6 aprile sono diventato papà, ma i miei genitori vivono in Sicilia e il bimbo non l’hanno ancora potuto vedere. Non ci abbracciamo ormai da mesi. Ecco perché l’apertura dei confini delle regioni, per noi, sarà un’autentica svolta». Carlo Guttuso, dopo che la compagna Simona ha dato alla luce all’ospedale Sacco di Milano il loro secondo figlio Emanuele, domani avrà un unico obiettivo: tornare nella «sua» Palermo con l’ultimo arrivato tra le braccia per farlo conoscere, per la prima volta, ai nonni che fino ad ora lo hanno visto solo in video . «Quando a inizio aprile ho telefonato a casa, dall’altra parte dell’italia, per avvisare della nascita del nostro secondo figlio, Maria Concetta e Andrea, i miei genitori, hanno subito imparato a fare le videochiamate. Ad oggi, a 55 giorni dal parto, hanno visto Emanuele solo in video. Una volta saputo della gravidanza, avevano prenotato un volo per Milano e affittato una casa per un mese vicino alla nostra». Si sarebbero trasferiti per assistere il figlio e la nuora. «Ovviamente hanno dovuto annullare tutto — racconta Carlo —. Non è stato facile questo periodo: siamo una famiglia molto unita, quindi da un lato c’era la felicità per la nascita di Emanuele, dall’altro il dispiacere di non poter condividere questo momento con i miei. Le lacrime di mia madre in videochiamata, poi, mi hanno buttato a terra. Abbiamo avuto diversi momenti di sconforto». Da domani, però, ci si potrà rivedere: «Sto organizzando lo smart working con la mia azienda — dice Carlo —, così potrò partire e tornare a Palermo. Non vedo l’ora: festeggeremo l’arrivo di Emanuele per la seconda volta. Sarà il primo viaggio di nostro figlio, quando crescerà glielo racconteremo».