Un malato su 6 è in America Latina: il caso Nicaragua
Sono oltre sei milioni i contagiati da coronavirus nel mondo, di questi 1.013.538 è in America Latina che si conferma come la zona in cui la pandemia ha subito un’accelerazione. In sole 24 ore si sono registrati 52.000 casi, una cifra record, mentre i morti sono già 51.202.
L’epicentro resta il Brasile dove sono stati segnalati più di 514 mila casi e circa 30 mila vittime. Ieri il presidente Usa, Donald Trump, ha inviato a Rio de Janeiro due milioni di dosi di idrossiclorochina, il discusso farmaco antimalarico che anche l’omologo Jair Bolsonaro ritiene utile per la cura del nuovo coronavirus. L’uso del medicinale per contrastare il Covid-19 è stato messo in forte discussione dall’organizzazione mondiale della sanità che, a fine maggio, ha sospeso i test.
Il secondo Paese per numero di morti è il Messico dove 9.930 persone hanno perso la vita e 90.664 casi sono rimaste contagiate. In Perù i positivi sono 164.476 e i decessi sono stati 4.506. In Cile si sono ammalate circa 100 mila persone e in Ecuador oltre 39 mila. In Colombia, il numero di casi confermati ha superato i 27 mila, mentre in Argentina sono più di 16.800.
In El Salvador, dove i contagi sono a quota 2.517, il presidente Nayib Bukele ha posto il veto a una legge varata dal Parlamento per riaprire l’economia. In Honduras, con 5.094 casi e 201 morti, dal 1° giugno un coprifuoco dalle 19 alle 5 sostituisce la quarantena decretata dal presidente Laurentino Cortizo a inizio della crisi. Con l’inizio del mese si sono riattivati i settori della costruzione di opere pubbliche, industriale e minerario. Ad Haiti la quarantena proseguirà fino al 20 luglio mentre i casi salgono a 1.865 con 41 morti. A Cuba si contano 2.045 positivi e 83 decessi. Nell’isola dal 31 marzo gli aeroporti sono chiusi per evitare «pericoli aggiuntivi» legati all’arrivo di stranieri.è stata cancellata anche la tradizionale sfilata del 1° maggio.
Un caso a parte è quello del Nicaragua, uno dei pochi Paesi che ancora rifiuta di adottare misure restrittive per contenere la pandemia: non ha mai chiuso le scuole, né fermato le attività produttive. In questi mesi il governo ha persino organizzato eventi di massa. Ufficialmente i casi di contagio sono limitati a 759 e i morti sono solo 35 ma il Citizen Observatory, un gruppo anonimo composto da dottori, epidemiologi e operatori sanitari, dà numeri molto diversi: 3.725 infetti e 805 decessi.