Il Klimt dei misteri restituito alla città «Mai uscito da qui»
Ritrovato dopo 22 anni, ora tornerà in mostra
Di certo c’è solo che è stato ritrovato lo scorso 10 dicembre da un giardiniere che stava potando un’edera sul muro esterno della galleria d’arte «Ricci Oddi» di Piacenza. Ha raccontato di aver aperto lo sportello di un’intercapedine e di aver trovato, in un sacco dell’immondizia, il «Ritratto di signora» di Gustav Klimt. Il capolavoro era stato trafugato dal museo emiliano nel febbraio 1997 da veri Arsenio Lupin capaci non solo di non farsi ancora acciuffare ma di non far capire neanche il giorno esatto in cui fecero il colpo calando un cavo uncinato dal lucernaio. L’allarme fu dato dai custodi il 22 febbraio. Pochi mesi prima, una studentessa piacentina aveva scoperto che l’olio su tela attuale in realtà ne nascondeva un altro del maestro del secessionismo viennese. I critici d’arte lo davano per perso. In questi anni è stato un colpo di scena dietro l’altro fra indagati e scagionati, presunti informatori, mediatori e ciarlatani.
Ieri, per gli appassionati d’arte, è arrivata una buona notizia il «Ritratto di signora» è ritornato nella disponibilità del museo piacentino. La Procura cittadina, la scorsa settimana, l’ha dissequestrato ed è stato trasferito dal caveau della Banca d’italia a quello della Banca di Piacenza. «È stato come assistere al “ritorno del figliol prodigo” — dice il presidente esecutivo Corrado Sforza Fogliani — e siamo orgogliosi perché lo custodiremo gratis nel caveau così né la Galleria né lo Stato pagheranno un euro». Il rischio di nuovi furti non spaventa. «Abbiamo tante e tali tecnologie — spiega — che non li temiamo e quando la Galleria avrà finito di rendere sicura la sua ricollocazione glielo restituiremo. L’iter autorizzativo è stato complicato e ringrazio il condirettore generale Pietro Coppelli». Il quadro, ieri, è stato visionato dal restauratore Giuseppe De Paolis. «È in condizioni ottime — dice il professor Massimo Ferrari, presidente del “Ricci Oddi” — e non presenta tracce di cadute o deterioramenti dovuti a sbalzi di temperatura. A dimostrazione sia che, probabilmente, deve essersi mosso poco da Piacenza magari per farlo visionare a interessati, sia che sarà stato conservato in casa». Non è ancora decisa la data in cui tornerà visibile la tela in pubblico. «Forse ci sarà una conferenza stampa a metà mese — conclude Ferrari — ma preferirei rimandare tutto a una grande operazione culturale, magari in autunno con la fondazione Klimt di Vienna». Intanto, sul versante giudiziario, lavora la pm Ornella Chicca assieme alla Squadra Mobile e al nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Bologna. Ci sono alcuni indagati e il caso è tutt’altro che chiuso.