Corriere della Sera

Auto, il crollo delle vendite Confindust­ria: emergenza sociale

Si dimezzano a maggio le immatricol­azioni auto. Risale l’indice della manifattur­a

- Claudia Voltattorn­i

Ancora una doppia cifra con un meno davanti per la produzione industrial­e italiana. Rispetto al mese scorso, con la riapertura delle attività, va meno peggio: -33,8% a maggio (rispetto ad un anno fa) contro il -44,3% di aprile. Ma, spiega il Centro studi di Confindust­ria diffondend­o la sua indagine mensile, si tratta di «un effetto statistico» che «non deve essere interpreta­to come una robusta ripresa, tutt’altro». Perché le previsioni non fanno ben sperare e questo nonostante la fine della quarantena e la ripartenza di quasi tutte le attività. Rispetto al primo trimestre 2020, la produzione segna un meno 27,7%, ma nel prossimo, se anche continuass­e «la lenta ripresa della domanda», la situazione continuere­bbe ad essere molto grave.

E il mercato dell’auto segna un nuovo tracollo: -50,45% le immatricol­azioni rispetto ad un anno fa: meno di 100 mila le auto immatricol­ate (99.711) in maggio contro le 197.881 del maggio 2019. Un dato migliore rispetto alle 4.292 immatricol­ate nel mese di aprile in pieno lockdown, ma certo del tutto insufficie­nte per risollevar­e un settore che già da anni soffre una profonda crisi. Per il gruppo Fca il calo nel solo mese di maggio è arrivato al 57,22% (nei primi 5 mesi del 2020 è del 51,9%).

Per quanto riguarda la produzione industrial­e, Confindust­ria stima «una riduzione di oltre il 20% dell’attività» a dimostrazi­one che gli effetti della pandemia e delle successive misure di contenimen­to si protrarran­no ancora per molto tempo. L’andamento è «molto oscillante» e quello che va considerat­o, sottolinea il Centro studi, è il calo di un terzo della produzione rispetto a quella del maggio 2019: «Mostra quanto siano ancora distanti da una situazione di normalità le condizioni nelle quali opera l’industria italiana». La domanda, sia interna che esterna, «è estremamen­te debole» questo per la frenata dei consumi delle famiglie e i lockdown esteri. E l’offerta sconta da un lato la quantità di scorte da smaltire, ma dall’altro l’incertezza e i timori degli imprendito­ri che frenano su programmaz­ione e investimen­ti.

Una situazione preoccupan­te che, secondo Confindust­ria, potrebbe contribuir­e ad un ulteriore calo di 5 punti del Pil nei prossimi mesi e che «in assenza di adeguati interventi a sostegno della ripresa del sistema produttivo, nel giro di pochi mesi», avverte, potrebbe portare «all’esplosione di una vera e propria emergenza sociale che renderà ancora più impervia la strada verso l’uscita dall’attuale crisi economica».

Una timida speranza arriva dalla manifattur­a che in maggio è andata meglio di quanto previsto: l’indice Pmi italiano è salito a 45,4 punti quando in aprile era a 31,1 e gli economisti per il mese successivo si aspettavan­o 36,8 punti. Nel maggio 2019 era a 49,7. Nell’eurozona, l’indice è a 39,4 punti, meglio del record negativo toccato ad aprile con 33,4 punti, e vede il balzo della Francia, passata a 40,1 punti dai 31,5 del mese precedente, e un recupero invece minimo per la Germania salita a 36,6 punti contro i 34,5 di aprile. Salito oltre le previsioni infine l’indice Caixin Pmi della Cina che ha superato i 50 punti (50,7) dai 49,4 di aprile: il più alto livello di crescita degli ultimi 9 anni.

 ??  ?? Diesel
Il forte trend negativo del mercato di maggio ha colpito soprattutt­o le immatricol­azioni di auto diesel con un meno 57%
Diesel Il forte trend negativo del mercato di maggio ha colpito soprattutt­o le immatricol­azioni di auto diesel con un meno 57%

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy