Pandozy (Engineering): la «smart proximity» per la sicurezza nelle attività in ufficio e nel tempo libero
«Tre mesi fa avevamo la stessa tecnologia di cui disponiamo oggi. Eppure a poche settimane dall’esplosione dell’emergenza Covid19, grazie a un modo diverso di utilizzare i sistemi digitali, il modo di lavorare e di vivere di noi tutti è cambiato radicalmente. L’emergenza pandemia è stata per l’italia improvvisa come una Pearl Harbor d’occidente che ci costringe a reagire in modo organizzato e che non lascerà nulla come prima». Più che una metafora bellica, quella utilizzata da Paolo Pandozy, l’ingegnere informatico che da circa 20 anni guida Engineering, società italiana leader nei servizi informatici e nella trasformazione digitale, fa pensare a un’immagine di riscossa.
Non è un caso se Engineering, il più grande gruppo tecnologico italiano — con circa 12mila addetti, 1,274 miliardi di euro di fatturato 2019 e una radicata presenza internazionale — si propone di essere al centro della trasformazione digitale di aziende e organizzazioni pubbliche.
«Uno dei primi obiettivi che ci siamo dati è di far evolvere le piattaforme che ci permettono di lavorare in remoto come molti di noi stanno facendo adesso», spiega Pandozy. C’è poi la tendenza alla dematerializzazione nella gestione amministrativa che porterà a una completa eliminazione dei supporti cartacei. «Il settore bancario è già molto progredito in questo processo ma ci sono passi ulteriori da compiere», sottolinea il manager. E così per le utilities, che possono contare su una nuova generazione di contatori intelligenti.
Una sfida di grande portata si gioca nell’area della Pubblica amministrazione e della semplificazione burocratica. «Il controllo e l’interpretazione dei dati è cruciale in questo cambiamento. Avanzate piattaforme digitali come la nostra “Digital Enabler” possono aggregare in tempi brevissimi dati da fonti diverse per sostenere i processi di trasformazione digitale nei contesti più vari dal pubblico, alla sanità, al monitoraggio del traffico e dell’inquinamento», afferma Pandozy.
Particolarmente sensibile in questo periodo di pandemia è la gestione dei dati sanitari, settore in cui Engineering è molto radicata lavorando con le regioni e oltre 300 ospedali che utilizzano le piattaforme della società sia per la componente amministrativa che per quella clinico sanitaria.
La piattaforma Digital Enabler si è dimostrata essenziale nella gestione dell’emergenza pandemica in Veneto e ora è stata adottata anche dalla regione Lombardia. «La versatilità di questa piattaforma, nata dall’iniziativa europea di ricerca sull’open source Fiware in cui abbiamo investito fin dall’inizio, permette applicazioni a qualsiasi problematica di gestione connessa ai big data. Unendola ai nostri sistemi di distanziamento “smart proximity”, consentiamo di riprende in sicurezza le attività nell’industria, negli uffici e nei luoghi di aggregazione come stadi, concerti e musei, per rimanere alle problematiche più attuali».
E il futuro di Engineering? «Per quest’anno è presto per fare previsioni, si vedrà nel secondo semestre ma ci aspettiamo di ottenere risultati migliori rispetto a quelli previsti dal piano industriale da qui al 2022», conclude Pandozy. Che per la società, fondata da Michele Cinaglia, attualmente controllata dai fondi NB Renaissance Partners e Bain Capital Private Equity (con una quota dell’1% del management) ipotizza nel medio termine un ritorno alla quotazione in Piazza Affari.